Papā informati č meglio: fa bene ai bambini, fa bene alla coppia
Federico Ghiglione è un mediatore familiare, formatore, pedagogo. Organizza a Genova corsi per futuri papà ai quali insegna tutto quello che c’è da sapere per avere un ruolo davvero determinate nella vita dei propri figli. Panorama.it lo ha intervistato per capire chi sono questi papà volenterosi e come il fatto di rivendicare il proprio ruolo sia di aiuto al bambino, e anche alla mamma.
Come nasce Professione papà?
Il progetto nasce da un blog, che ho cominciato a tenere nel 2007, poi è diventato un sito sul quale scrivo di pedagogia in genere, del ruolo paterno e di genitorialità, di famiglia e di papà separati. Il grosso delle attività sono i corsi per neo papà, fatti sia privatamente sia come giornata formativa all’interno dei corsi di preparazione al parto organizzati dal Gaslini di Genova (ospedale pediatrico, n.d.r.). Infine come mediatore familiare faccio consulenze per i papà separati o per le famiglie in via di separazione.
Gli uomini stanno diventando più consapevoli del ruolo che possono avere all’interno della famiglia?
Sulla paternità ci sono fiumi di libri e ci sono un sacco di papà che fanno i papà per davvero. Manca un po’ il collegamento tra tutta questa teoria, che ha chiarito che la parternità è importante, e la pratica di chi si mette in gioco. Io voglio fare da tramite, portare un po’ di teoria verso le famiglie che hanno l’intuizione di valorizzare la paternità ma lo fanno un po’ alla cieca.
Perché i papà hanno bisogno di istruzioni e le mamme no?
La verità è che ne hanno bisogno anche le mamme. Per me il corso ideale è un corso per le coppie, che si rivolga sia alla mamma che al papà. Non sono solo i papà che hanno bisogno di capire cosa fare, ma anche le mamme devono capire qual è lo spazio da lasciare ai padri nella gestione dei figli. I miei corsi hanno lo scopo di renderli capaci di fare cose che le mamme imparano più in fretta perché hanno più tempo a disposizione con il bambino. Ma è importante comunicare a tutti e due che la famiglia non è un mondo al femminile: entrambi i genitori devono avere un ruolo.
Cosa imparano i papà ai suoi corsi?
Negli incontri sulla famiglia partiamo dal presupposto che non possiamo insegnare a essere genitori. Possiamo però fare in modo che le persone siano competenti e ai papà insegnamo la pratica. Ci occupiamo di tre mondi: la mamma, il bambino e la casa e li aiutiamo a prendersi cura di tutto. Da subito bisogna imparare insieme per poter avere fiducia reciproca, che è la base della delega. Se il papà è competente la mamma si fida a lasciare che si occupi anche lui del bambino e così lei può riprendersi un po’ dei suoi spazi, dei suoi tempi, anche il lavoro.
Ci sono resistenze da parte della donna?
Abdicare a un ruolo che definva la sua femminilità è una cosa difficoltosa per la donna. L’andiamo a toccare nell’identità femminile. Quanto ai papà, quando sono coinvolti sono più felici, ma tocchiamo comunque qualcosa che attiene alla loro virilità. Lasciarsi andare alla parte emotiva e di cura non sempre è facile.
Chi sono i papà che seguono i corsi?
La grande premessa è che il papà se non ha un problema non si muove. Vengono quelli già molto sensibili o quelli a metà del guado, incoraggiati dalle mogli. I casi disperati non li vedremo mai: uno che cerca di sfuggire al proprio ruolo e si limita a farlo parzialmente, il padre che lavora molto ed è poco presente da noi non ci arriva. Arrivano invece quelli che sentono il desiderio o la voglia di essere partecipi. All’inizio sono molto timidi, poi però si fanno coinvolgere e in genere si divertono.
Quindi la sua è un’utenza recalcitrante?
Le donne si parlano anche in rete, si confrontano di più, sono più umili. Gli uomini non amano aprirsi. Mi piacerebbe provare a creare un gruppo di confronto di papà “normali”, senza particolari problematiche, che ogni tanto, magari ogni due mesi, hanno piacere di incontrarsi e parlare. Potrebbe essere un’occasione per mettere in comune le esperienze. Al momento è più facile che mi chiamino gruppi di mamme per parlare di paternità. Del resto il ruolo paterno prende forma anche dall’atteggiamento della madre.
Il fatto che il padre sia più consapevole può salvare la coppia?
La nascita del primo figlio rende la relazione più complicata; le coppie che hanno più energie e più risorse riescono a creare un menage familiare che funziona meglio e lascia spazio a tutti e due per ricominciare a vivere la propria vita. I papà possono fare tante cose e le mamme possono pretenderlo. Dove questo non accade di solito la coppia ne paga le conseguenze.
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