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Home Page > SALUTE > Articolo Inserito il  13/10/2009

Vaccinazioni: questo articolo della "thea" fa un'analisi bilanciata  
Paternità Oggi - Vaccinazioni: questo articolo della

Questo articolo vuole affrontare la domanda: le vaccinazioni possono comportare dei rischi?

In altri termini, quello che conta è valutare i pro e i contro, non sminuire i pro e ingigantire i contro (tecnica usata da chi è contrario alle vaccinazioni), proprio come negli altri esempi citati nell'articolo sul principio di precauzione. E da questo bilancio emerge che le vaccinazioni sono sicuramente un fattore positivo. Che poi si debba usare tutto lo scrupolo scientifico per migliorarle è un'altra faccenda.
Per i dubbi, rimandando a un sito di riferimento che reputo molto obbiettivo e scientificamente valido, soprattutto per valutare i benefici (spesso ignorati) delle vaccinazioni e per avere statistiche aggiornate. Mi limito a rispondere ad alcune domande ricorrenti.

Non sarebbe meglio un'età preadolescenziale (anziché nell'infanzia), quando si presume che il rischio di infezione aumenti?
No. Non si deve pensare che un vaccino sia efficace al 100% con una sola somministrazione. Vale il principio che "i vaccini vengono somministrati con una serie di iniezioni secondo intervalli di tempo programmati. Questi intervalli vanno rispettati perché sono stati studiati per ottimizzare la risposta immunitaria".
Cioè, la risposta si avvicina tanto più al 100% quanto più la programmazione nel tempo è corretta. Per esempio con la procedura attuale si arrivi a un 98,4% di copertura contro il morbillo. Ovviamente tale procedure vengono studiate di pari passo con l'evolversi dei vaccini.

I vaccini sono sotto accusa per gli additivi utilizzati dai produttori di vaccini: prodotti tossici, come formaldeide, mercurio e sali di alluminio, in grado di scatenare reazioni allergiche, shock anafilattico, febbri, encefaliti lievi o acute.
In linea teorica è vero, ma non ha senso esagerare reazioni individuali. Quando sento parlare di reazione allergica (che è individuale!) e si pretende di eliminare una sostanza per tale causa, mi cascano le braccia perché ho di fronte un interlocutore che usa male il suo potere logico. Se devo abolire l'uso di una sostanza perché può creare reazioni allergiche (che sono individuali!), perché non mi batto per proibire ai supermercati di vendere tutta la frutta? Come si sa, è banale trovare individui allergici a ogni tipo di frutta, nel senso che Rossi è allergico alle fragole, Bianchi alle pere, Verdi alle patate. È documentato il fatto che mezza arachide ha scatenato uno shock anafilattico che ha provocato la morte dell'incauto assaggiatore. Perché allora si continuano a vendere arachidi?
Le sostanze usate come adiuvanti nei vaccini (non tutte da criminalizzare) sono comunque contenute nei cibi, in molti farmaci da banco e per esempio il Thimerosal (quello che contiene mercurio) nei preparati per lenti a contatto e negli spray orali.

Chi ci assicura che una lieve encefalite non causi danni permanenti nei nostri figli?
Premesso che una "lieve" encefalite non è certo patologia da passare inosservata e che quindi rientra ampiamente nelle statistiche, vale il principio del bilancio globale. Troppo spesso si dimentica che noi oggi viviamo bene grazie al fatto che malattie come la polio, la difterite ecc. sono scomparse. In ogni caso chi ci assicura che regalando la bicicletta, il motorino o l'auto a nostro figlio, non abbia un incidente e vada al creatore? Si deve riflettere sulla personalità dei paurosi.

Mio figlio dopo la prima seduta di vaccinazioni ha iniziato a svegliarsi 3, 4 volte per notte … Casualità? (tutto normale per i medici...)
Un'iperattività seguente alle vaccinazioni nei bambini è dovuta al malessere generale che la vaccinazione comporta.

L'incidenza di malattie infettive sarebbe più direttamente correlata alle condizioni igieniche e al tenore di vita della popolazione che ai programmi di vaccinazione di massa?
Non sono affatto d'accordo. Mi sembra evidente che anche 20-30 anni fa le condizioni igieniche degli Stati Uniti fossero molto buone. Due esempi ormai consolidati:

- Prima dell'entrata in commercio del vaccino antimorbillo nel 1963 negli Stati Uniti si registravano ogni anno 500.000 casi di morbillo e 500 morti. Nel 1998 nello stesso Paese sono stati notificati solo 100 casi.
- Prima della commercializzazione e dell'utilizzo del vaccino anti-Hib nel 1985, negli Stati Uniti circa 20.000 bambini sviluppavano ogni anno forme invasive di questa malattia (meningiti, polmoniti e epiglottiti). Fin dall'utilizzo dei primi vaccini, successivamente sostituiti dai vaccini coniugati, la malattia invasiva da Hib è pressoché eliminata. Nel 1998 si sono verificati solo 54 casi.

Le informazioni contenute in questo articolo sono puramente informative. Rivolgersi sempre al proprio medico

fonte: albanesi.it/salute/vaccinazioni.htm  Copyright by THEA 2004

foto: blogosfere.it



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