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Home Page > GENITORI > Articolo Inserito il  11/01/2013

Quali sono le tappe della crescita emotiva di tuo figlio  
Paternità Oggi - Quali sono le tappe della crescita emotiva di tuo figlio

Ispirandoci alle considerazioni di Erik Berne, parliamo del Bambino (B) come uno degli stati dell’Io, ma anche di un periodo che va dal concepimento alla fine dell’età scolare.
Le caratteristiche, pur variando con la crescita cronologica, restano fondamentalmente le stesse.
Il (B) bambino è la parte pulsiva dell’Io, quindi tutto ciò che sgorga spontaneo. Ma la caratteristica principale è l’atteggiamento di richiesta. Egli chiede sempre perché ha bisogno di sicurezze e di appoggio; è spinto a do­mandare per avere “combustibile” per crescere.

Cosa chiede il bambino in grembo
Il bambino, fin dal concepimento, è un richiedente. Allo stato embrionale ha necessità del sangue materno per potere elaborare lo schema corporeo primario, in seguito, da feto, ha la necessità di crescere. La crescita degli organi va dal 3° mese al momento della nascita.
In questo stadio il bambino ha bisogno del nutrimento attraverso la madre, ma anche una crescita psichica, man mano che gli organi si perfezionano. E’ il momento in cui in cui ha il bisogno di essere accolto. E’ bene che la madre gli parli, gli canti, gli faccia sentire musica, stia calma per offrirgli serenità.
Bisogna convenire, che in modo particolare, egli è in relazione di dipen­denza, e quindi di richiesta e di bisogno impliciti.
 
Nato, il bambino richiede
Alla nascita la dipendenza dalla madre è molto evidente. Egli ha bisogno di nutrirsi e dipende dalla madre; ha bisogno di coccole e in maggioranza le riceve dalla madre; è necessitato dal contatto fisico e cerca la madre.
Nel primo anno di età c’è perfetta simbiosi con la madre e quindi non si può ancora parlare di identità.

Identificazione infantile
Il processo di identificazione inizia dopo il I° anno. Il bambino prende contatto con la realtà esterna e inco­mincia a giocare con essa. Però questo gioco non è maturo ed ha bisogno dell’apporto materno e di coloro che gli stanno intorno.
Occorre aiutarlo a fare le sue ispezioni del mondo che lo circonda, impedendogli di fare e farsi male ed appropriarsene adeguatamente.

Identificazione ed Edipo
Dal III° al V° anno circa il bam­bino ha il problema della sua identificazione sessuale. Ha bisogno di accet­tare la sua diversità, immedesimandosi della sua mascolinità o femminilità. L’attaccamento al genitore di sesso diverso ne è una conseguenza.
In questo periodo il bambino in­veste molte energie e, sentendosi debole, attinge abbondantemente dall’affetto genitoriale. I genitori dovrebbero dare affetto, senza ad arrivare a morbosità, che lo fermerebbero in una situazione di fissazione.
La richiesta, il bisogno nella dipendenza affettiva necessita di moderazione. Ciò non significa trattare il bambino in maniera scostante, occorre accoglierlo, lasciando cadere le “smancerie”, che sarebbero di troppo.

Il bambino ha bisogno di imparare ad accogliersi così come è (maschio o femmina) e imparare a relazionarsi compostamente. Questo contesto non deve tarpargli le ali, che vogliono volare, ma deve essere un aiuto perché voli bene.
I genitori avranno gli occhi nelle mani per vedere e gestire la difficoltà del piccolo, ma anche, le conquiste che egli (ella) compie.

“Età scolare” e identità
Al sopraggiungere del VI° anno circa inizia la così detta “età scolare”.
Nelle età precedenti il bambino ha imparato gradualmente, dal poco al più ampio, ora, invece, è pronto per compiere ragionamenti con capacità dialettica.
Vuole rendersi conto delle cose ed è curiosissimo di sapere. Se prima c’erano state domande del tipo “cosa è questo, perché”, ora, invece, saranno diverse: “come succede”. Il bambino vuole penetrare nei segreti delle cose, vuole arrivare più in là, vuole capire e comprendere.

Identità e socializzazione
Verso la fine dell’età scolare si pone il problema della socializzazione personale.
Dall’asilo fino alle prime classi elementari egli ha socializzato, inserito nel gruppo e si è lasciato condurre.
Negli ultimi anni di scuola elementare, proprio perché inizia a pensare di più, la socializzazione è più personale. Resta nel gruppo e in esso porta un maggiore contributo attivo, cercando la vicinanza di qualcuno simile a sé, perché così si sente più sicuro.
I genitori in questa epoca affronteranno tre problemi: la crescita dell’intelligenza, l’accentuazione della sensibilità (cioè più cosciente) e la socializzazione.
Essi non agiranno come i giocolieri, i quali mandano su le palle e poi le riprendono.
Aiuteranno un’intelligenza che sta sbocciando, vaglieranno la qualità e lo sviluppo della sensibilità e veglieranno sulla socializzazione armonica che si sta svolgendo.

Visione globale ed identità
La panoramica sul piccolo che si è introdotto nel mondo è di una molteplicità e variabilità enorme.
La ricchezza che in lui (lei) si può scoprire dà opportunità ai due genitori di crescere insieme a lui (lei). La crescita del figlio scandisce le tappe di crescita del padre, della madre, della coppia.
Possiamo scoprire una tetralogia (cioè quattro elementi di discussione): la crescita del padre, della madre, del piccolo e della coppia. Come il piccolo acquista a poco per volta personalità ed identità, così i genitori – coniugi modi­ficano in meglio il loro agire tra loro e di conseguenza con il piccolo e vice­versa.

Il compito genitoriale
Essere genitore è un grande compito, che investe tutta la propria vita. Dove c’è il dono gratuito all’altro per donarsi al figlio è darsi al figlio per raggiungere l’altro nella coppia.
Se l’amore è dono, genitore significa amore, apertura che investe nella totalità tutto il proprio essere e l’essere dell’altro attraverso il figlio.
                           
fonte: consultorio-famiglia-giovani.it
articolo di Domenico Correra S.J.



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