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Home Page > MAMME NELLA RETE > Articolo Inserito il  06/10/2011

Infertilità e sterilità: come affrontare la crisi secondo Rossella Bartolucci  
Paternità Oggi - Infertilità e sterilità: come affrontare la crisi secondo Rossella Bartolucci

 Mamme nella rete incontra il presidente dell’associazione Sos Infertilità, schierata dalla parte delle famiglie che cercano figli.

Scoprire di avere un problema di fertilità mina la stabilità di coppia, i rapporti con gli amici, l’autostima. Associazioni come Sos Infertilità possono essere un punto di partenza per riprendere in mano la propria vita e trovare i contatti giusti per risolvere la patologia.

Mamme nella rete: Come nasce la vostra associazione e da quale bisogno?
Rossella Bartolucci: nasce dall’esperienza di infertilità  mia e di altre amiche, esperienze terminate in vari modi ma tutte felicemente, durante la quale abbiamo vissuto le problematiche maggiori: estrema difficoltà  a reperire le informazioni (asl, medici di base, ginecologi non specializzati non sono spesso concretamente informati su centri di riferimento, linee guida e altro) e solitudine (spesso non si condivide né con familiari né con amici perché difficilmente sono davvero empatici). Abbiamo quindi deciso di mettere il “know how” acquisito nel percorso a disposizione di chi ancora e’ nel tunnel. Offriamo aiuto attraverso un numero verde in collaborazione con osservatorio donna della provincia di milano, forum, esperti on line, serate di condivisione e approfondimento e molto altro.

MNR: Come descrivereste i vostri associati?
RS: I nostri associati sono coppie tra i 30 e i 40 anni alla ricerca di riferimenti informativi e aggregativi sull’argomento.

MNR: E’ solitamente la donna a chiedere un aiuto o sono i padri mancati ad avere bisogno di uscire dalla coppia e parlarne?
RS: Indubbiamente la donna. Riceviamo al numero verde 98% di telefonate femminili e 2% da uomini.

MNR: Quali sono le ripercussioni psicologiche che lamentano, uomini e donne, una volta scoperta la propria infertilità?
RS: Si produce una vera e propria crisi di vita. viene vissuta come un fallimento centrale nella progettazione della propria vita. Gli uomini paiono accettare meglio, “piu’ freddamente”, l’impossibilita’ a procreare. Per le donne pare essere una crisi piu’ profonda, forse perché, per ragioni biologico-culturali, le tematiche relative alla maternità  sono vissute più visceralmente rispetto all’uomo.

MNR: Quanto influisce il giudizio sociale sul desiderio di avere dei figli?
RS: Ci si aspetta da una coppia che abbia figli, se lo aspetta la famiglia di origine e se lo aspettano gli amici che procreano senza difficolta’e si continua spesso a chiedere insistentemente “perche’ ancora niente bambini?”, portando cosi’ la coppia a chiudersi in se stessa e a non parlare del proprio problema.

MNR: Come affrontate insieme la burocrazia legata alla fecondazione assistita o alle adozioni?
RS: Per la pma, una volta reperite le informazioni, è sufficiente prendere appuntamento per una prima visita di coppia presso un centro specializzato in cura dell’infertilità;  sarà poi il medico ad indicare la strada da seguire, non è complicato. Per quanto riguarda l’adozione, invece, ci si rivolge al tribunale dei minori competente per conoscere tutto l’iter, indubbiamente lungo e complesso. Certamente, in entrambi i percorsi, è utile il supporto di un’associazione del settore e/o di un counsellor o sicoterapeuta.

MNR: Qual è la percentuale di coppie che, oggi, accetta di non avere bambini?
RS: si parla di 1 coppia su 4 che in due anni di rapporti non protetti non riesce a concepire.

MNR: Avete, tra gli associati, persone che non sono più parte di una coppia a causa della propria infertilità? Se si, come li aiutate a ricostruire la propria cerchia?
RS: No, abbiamo principalmente coppie fortemente impegnate nella ricerca.

MNR: Se doveste rivolgervi a chi non fa ancora parte di un’associazione come la vostra, quali parole chiave usereste per incentivarli a uscire dal silenzio?
RS: L’infertilità è una patologia e come tale va trattata e curata, con determinazione, informazione e fiducia, così come si farebbe per un’altra malattia. Da bandire la vergogna e l’imbarazzo. E’ come se ci si vergognasse di dover andare dall’oculista o dal dentista 

Ringraziando Rossella Bartolucci, invitiamo tutti i lettori con problemi di fertilità, sia che abbiano già avviato terapie o meno, a compilare il questionario approvato dalla Scuola di psicologia dell’Università di Cardiff (School of Psychology, Cardiff University).

SOS Infertilità ONLUS
Via Casnati 24
20011 Corbetta
Milano
www.sosinfertilita.net
Numero Verde
800.097.999
martedì    14:00 -16:00
giovedì    14:00 -16:00

www.mammenellarete.it

 



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