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Ieri top manager, oggi papà a tempo pieno: "Nessun prezzo vale il veder crescere mia figlia"
Pubblicato il: 21/02/2011  Nella Sezione: Società

Si può lasciare un posto di lavoro sicuro, prestigioso e ben remunerato per occuparsi della famiglia? La risposta è sì, e non si tratta di una leggenda metropolitana per consolare quanti un posto ancora non lo hanno trovato. Sembra strano in questi anni di crisi economica e di mancanza di lavoro, specie se si parla di un lavoro da top manager con tutti i benefit della posizione. Cambiar vita e gettarsi tutto alle spalle.

Lo ha appena fatto Harry Farthing (inglese di 46 anni) amministratore delegato di Cushman Italia, società multinazionale della consulenza immobiliare. E’ una delle prime 4 al mondo, fattura 5 miliardi l’anno ed è partecipata dal gruppo Fiat (Exor) da qualche anno. Farthing è stato in azienda per 20 anni, molto apprezzato, e ha condotto molte operazioni di grande rilievo. Una carriera di successo in tutti i sensi, sempre al massimo e senza mai un accenno d’indecisione. Fino allo scorso anno, quando è diventato papà. E così dal 1° gennaio 2011 si è licenziato per seguire la famiglia (la moglie Farrah è americana) e si è trasferito negli Usa.

Il fiuto per gli affari lo ha comunque conservato intatto. Infatti ha comprato una grande casa per un importo pari alla metà del valore che aveva nel 2007, a Charleston, South Carolina, dove risiedono anche i genitori della moglie. Acquistata ovviamente a una delle innumerevoli aste che ormai si tengono quotidianamente negli Usa. «Non so ancora cosa farò ma ho deciso di cambiare vita. Nessun prezzo vale il veder crescere mia figlia Eden», racconta. Una scelta d’altri tempi. Specie per un professionista dell’immobiliare che decide di trasferirsi in una delle zone, in questo momento, più difficili del pianeta per questo settore.

Ma questo aspetto non era tra quelli da considerare nella scelta. «Dopo una prima fase di ambientamento probabilmente metterò a frutto l’esperienza nella consulenza immobiliare, magari per qualche business in proprio. Mi sono dato del tempo per decidere. Certo è che qui mia figlia potrà crescere con i suoi nonni e con un padre che potrà dedicarle tutto il tempo necessario. Sono finiti i tempi in cui il lavoro aveva la priorità.

Credo che ogni età abbia la sua scala di valori e precedenze, ora tocca alla famiglia».

Maurizio Cannone: corriere.it