XXIII Congresso Nazionale dell'AISD (Torino 2001) - Associazione Italiana per lo Studio del Dolore, a pag 120 nel capitolo "Il dolore da parto: problematiche e aspetti organizzativi nel creare un servizio di Analgesia da Parto"....
"Un' adeguata informazione, un'esperienza precedente positiva e senza traumi si riflettono in un comportamento rilassato (durante il parto ndr); la paura del dolore o un eventuale esito infausto per sé o il bambino, l'insicurezza che ne deriva, il sentirsi abbandonata, sono stati d'animo che possono amplificare la reazione emozionale del dolore.
La popolazione femminile, per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti del dolore del parto, pu essere suddivisa in due gruppi: un primo gruppo (pari al 40%) in cui i fenomeni dolorosi legati al parto non sono imponenti e comunque dominabili, ed un secondo gruppo (circa il 60%) in cui la sintomatologia algica è francamente importante e, per il 25% intollerabile.
Dall'analisi dei dati raccolti nel corso di una ricerca svolta presso l'Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant'Anna di Torino si evidenzia che non vi è informazione, né cultura di massa su questo problema: solo il 53% delle donne gravide infatti frequenta il corso di preparazione psicofisica al parto e solo il 15% richiede l'analgesia (e non tutte la ricevono! ndr).
Appare interessante il dato che le donne che seguono il corso di preparazione non dimostrino valori VAS (scala di misurazione del dolore ndr) significativamente inferiori a quelle delle donne che scelgono di non partecipare.
L'informazione quindi agisce prevalentemente sulla partecipazione psicologica al dolore più che sull'intensità del dolore stesso
fonte: forum.alfemminile.com
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