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Morgan su Vanity Fair: "Sono un buon padre, lasciatemelo fare"
Pubblicato il: 19/01/2011  Nella Sezione: News

L'intervista-scandalo sulla droga, l'allontanamento dalla tv, la depressione, la terapia. A un anno dalla caduta Morgan si rialza e dalle pagine di Vanity Fair - che gli dedica la copertina, in edicola dal 19 gennaio – racconta la lotta per dimostrare che può essere ancora «un bravo papà». I suoi avvocati hanno appena ricevuto la relazione degli psicologi nominati dal Tribunale di Roma sui suoi incontri «protetti» con la figlia Anna Lou, in cui si sottolinea l’attaccamento e la felicità della bambina nel ritrovare il padre, e «l’interesse prevalente» per lei di continuare ad avere «una frequentazione significativa con il proprio papà».

Lei fa terapia?
«Sì, sto facendo un percorso personale, dallo scorso aprile».

I suoi colleghi, in Tv, in questo periodo l’hanno approcciata in modo diverso?
«Macché, sono tutti drogati».

A Porta a Porta aveva annunciato che avrebbe iniziato la disintossicazione.
«Non voglio parlarne nel dettaglio, perché sto contestando e criticando i metodi di disassuefazione che mi propongono. Per  me la cosa fondamentale è essere capace di affrontare la genitorialità prima di tutto. Quello che posso dire è che io dello “sballo” faccio volentieri a meno, sono a favore della lucidità».

La sua capacità di «affrontare la genitorialità» adesso viene riconosciuta dai consulenti del giudice chiamato a decidere sulla revoca della potestà parentale chiesta da Asia Argento. Una buona notizia per lei.
«Sì, ma non è una notizia, è normale, ovvio. Ci mancava pure che non fosse così: la revoca della potestà parentale si chiede per comprovati e gravissimi motivi, l’abuso sessuale, la violenza, l’omicidio. Adesso dico: basta dubbi su di me come padre. Ora che è stata fatta un po’ di luce e di chiarezza sul mio rapporto con la bambina e non si va più a dubitare della mia onorabilità, della mia buona fede e della mia bravura come padre, ora che vengo indicato come una persona positiva dagli esperti che mi hanno osservato con mia figlia, basta... Asia ammette davanti agli psicologi che c’è un bel rapporto tra me e Anna Lou, che per la bambina sono importante, che è una crescita per lei stare con me. Allora perché non ci si accorda?».

Lo scorso Natale si è appellato al presidente Napolitano.
«Mandare la lettera a Napolitano era un gesto disperato. Non mi aspettavo certo che il presidente rispondesse o intervenisse».

Quindi lei che cosa vorrebbe?
«Quello che era stato pattuito in questi anni: il poter fare le visite a weekend alterni, essere presente nella vita della figlia con la naturalezza con cui posso andare a trovarla e può venire a trovarmi lei, le vacanze di Pasqua, di Natale e un mese d’estate. Non voglio strappare la bambina al suo fratellino nuovo, alla sua situazione familiare ricostruita, lo dico col cuore, perché mia figlia deve vivere in una casa bella... Quando una persona ha delle depressioni e dei momenti di tristezza come me, sono il primo a non voler coinvolgere una minore o far soffrire una persona che mi vuole bene ed è piccola e non ha gli strumenti per difendersi da questo. Ma voglio che venga rispettato il nostro diritto di poterci frequentare, soprattutto ora che anche i consulenti del giudice dicono che è interesse della bambina vedermi».

Qual è il suo desiderio per quest’anno?
«Riabbracciarla. Parlarle. Guardarla negli occhi e metterci a cantare».

L'intervista completa sul n. 3 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 19 gennaio.

vanityfair.it