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Piccoli milanesi crescono senza un papà: una donna su quattro non indica il padre del neonato
Pubblicato il: 22/12/2010  Nella Sezione: Parto

Piccoli milanesi crescono. Senza un papà. Sono sempre di più le mamme single nel capoluogo lombardo: alla clinica Mangiagalli, la “culla” di mezza città, più di una donna su quattro al momento del parto non indica il padre del neonato. E le madri sole sono sempre di più. Erano 474 su un totale di 6.750 partorienti (il 7%) nel 2008, 1.037 su 6.501 (il 16%) nel 2009. Sono 1.298 su 4.736 (il 27%) nei primi nove mesi del 2010.

La maggior parte delle mamme single è di origini italiane (72,3%), con un’età media di 35 anni. Non sono quindi ragazze madri che si trovano in una situazione di disagio sociale ed economico, ma donne mature che scelgono di avere un figlio fuori dal matrimonio o senza avere una relazione stabile. Il 27,7% delle donne che non indicano il padre di loro figlio sono invece straniere e hanno un’età media di 31 anni. “Non è detto che questi bimbi non abbiano davvero un papà – precisa Basilio Tiso, direttore medico di presidio della Mangiagalli -. Il dato si riferisce a quello che le donne dichiarano quando partoriscono, ma hanno altri dieci giorni di tempo per cambiare idea e dichiarare il partner in Comune”. Il trend però è significativo, in una clinica come la Mangigalli, dove storicamente nasce la metà dei milanesi. Una delle strutture con più neonati in Italia, che fa parte di quella Fondazione Policlinico, per la cui presidenza il governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha scelto l’anno scorso Giancarlo Cesana, leader storico di Comunione e liberazione.

Alla Mangiagalli quest’anno ci sono stati in media 18 parti al giorno (17,8 nel 2009), con una punta record a ottobre (676 parti) e un picco massimo registrato lo scorso 6 luglio (33 nascite in 24 ore). Fiocchi rosa e azzurri sono quasi alla pari: i maschi sono il 51% e le femmine il 49%. In tutto 215 i parti gemellari (3,6%), 6 i trigemini e un quadrigemino. In linea con i dati dell’anno precedente sono state le 1.440 interruzioni volontarie di gravidanza: 1.422 per via chirurgica e soltanto 18 con la pillola abortiva Ru486.

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