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"Sarò il vostro schiavo a vita", un papà cinese si mette in vendita per pagare la multa sul secondo figlio
Pubblicato il: 16/09/2010  Nella Sezione: News

Un 43enne cinese, docente universitario, si è messo in vendita come “schiavo a vita” a chi gli pagherà 620mila yuan (73mila euro) per mantenere la moglie e i loro due bambini. Si tratta di una clamorosa protesta contro la salatissima multa inflittagli per aver avuto una seconda figlia, violando la legge sul figlio unico, in vigore nelle città cinesi da trent’anni.

Yang Zhizhu, che insegna legge all’Università di scienze politiche di Pechino, ha messo sul suo blog una foto nella quale mostra un cartello con la sua offerta. ”Mia moglie – ha scritto – è rimasta incinta senza che lo avessimo programmato ma poi non ha avuto la forza di abortire”. Per questo, afferma il professore, che il suo salario è stato prima dimezzato e poi ulteriormente ridotto fino al minimo, cioè 368 yuan(42 euro) al mese.

Il comitato per la pianificazione familiare di Haidian, il distretto di Pechino nel quale si trova l’Università, infatti, gli ha inflitto una multa di 240mila yuan (27mila euro) affermando che si tratta di una ”imposta sociale” per il futuro mantenimento della bambina. La legge che impone alle coppie residenti nelle città cinesi di aver un solo figlio è in vigore in Cina da 30 anni e secondo le autorità ha svolto un ruolo importante nel limitare l’aumento della popolazione, che oggi è di 1,3 miliardi di persone.

In pochi giorni, Internet è stata inondata di messaggi di solidarietà al professore, a conferma del fatto che la legge sul figlio unico è estremamente impopolare. Due anni fa ha suscitato indignazione in Cina il risultato di un’indagine della Commissione nazionale per la pianificazione secondo il quale ”la maggioranza delle persone ”ricche o molto conosciute” – cioè coloro che sono in grado di pagare le multe – ha due figli e che il 10 per cento ne ha tre.

”Insegnante Yang, se progetti manifestazioni di piazza io sono con te…sono pronto a dedicarmi alla causa del diritto alla riproduzione e alla libertà dei cinesi…”, scrive un internauta che afferma di essere nato nel 1974 e di essere ”una delle prime vittime” della politica del figlio unico. Un altro chiama in causa il nipote del presidente Mao Zedong, oggi il più giovane generale dell’Esercito di liberazione popolare, che in un’intervista ha affermato con orgoglio di avere due figli. Un terzo consiglia a Yang di rifiutarsi di pagare la multa: ”cosa può succedere?” si chiede, ”tutti sanno che la Cina non è governata sulla base della legge”.

In un video, anch’esso diffuso su Internet, il professore afferma di aver chiamato la figlia ”Ruonan” che in cinese suona come ”ama la figlia come ami il figlio”, sottolineando che lo squilibrio tra i sessi (in Cina nascono oggi 118 maschi contro 100 femmine) e la grande diffusione degli aborti sono dovute in buona parte alla legge. Yang, che è nato nella provincia centrale dell’Hunan, aggiunge di provenire da una famiglia contadina e di essere ”felice di avere molti fratelli e sorelle”. A parte la provocazione della messa in vendita di se stesso il professore ha affermato di voler denunciare alla magistratura la Commissione per la pianificazione di Haidian, responsabile della multa inflitta.

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