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Studenti e genitori uniti contro la riforma Gelmini protestano al "Tasso"
Pubblicato il: 06/09/2010  Nella Sezione: News

Non solo studenti questa mattina all'ingresso del Tasso, il liceo romano che per primo ha riaperto i battenti inaugurando il nuovo anno scolastisco. A farsi trovare pronto al suono della prima campanella c'era anche chi della riforma Gelmini non ne vuole sapere e bolla le novità introdotte dal ministero della Pubblica istruzione come un "modello di scuola nozionista, dequalificata e sempre più privatizzata". Tagli, edilizia scolastica e riordino dei cicli, sono questi i punti cardine delle proteste che stamattina hanno visto protagonista un connubio tra genitori e figli, ognuno con il proprio punto di vista, ma in ogni caso contro quella che hanno definito la "riforma dei tagli". Roberto è un ex studente da poco, tornato in via Sicilia in veste di membro dell'associazione Unione degli studenti per spiegare che stanno organizzando "un progetto che si chiama 'altra riforma'". Volantini e striscioni in bella vista, perchè serve far sapere alla gente che "la scuola cambia dal basso". Il famigerato "riordino dei cicli- continua a raccontare Roberto- non è altro che il concretizzarsi della legge 133". E allora eccola la scuola alternativa: "Un progetto che nasce dal basso, dalle esigenze degli studenti e che si basa sulla partecipazione, sulla democrazia e sulla didattica alternativa".

Poco più in là ci sono i genitori del comitato "Incontro nazionale scuole" che chiedono di "fotocopiare il volantino" e attaccarlo ovunque, "tappezzando la città metro per metro". A quello che considerano "un processo inequivocabile di impoverimento della scuola statale" non ci stanno nemmeno i genitori, e con l'inizio dell'anno scolastico hanno deciso anche loro di intensificare la mobilitazione. "Abbiamo chiesto un permesso dal lavoro per venire qui- spiega una mamma volantino alla mano- la riforma Gelmini prevede tagli e basta. Meno insegnanti, meno bidelli, aule affollate e meno sicure". I genitori hanno affidato il loro appello alle fotocopie che spiegano la protesta: "Tutti devono sapere". La riforma? "Solo i cittadini possono fermarla, quindi anche tu". Oggi, scrivono, assistiamo a una "forte riduzione delle ore di insegnamento e a un massiccio ricorso al precariato a scapito della continuità di insegnamento e della dignità dei precari". E se secondo loro il presente non riserva nulla di buono per la scuola, il futuro sarà ancora peggiore: "Domani le ore di insegnamento in meno diventeranno 1.900, pari a un taglio di due anni di scuola dalla prima elementare alle superiori, e i 42 mila insegnanti in meno di oggi diventeranno 87 mila".

Contro la riforma propongono una scuola "gratuita, aperta e uguale per tutti", non si lasciano convincere neppure dalle regole più severe che una volta tanto piacevano ai genitori: "Invece di pensare al registro on line- spiega un'altra mamma accorsa in via Sicilia- il governo farebbe meglio a occuparsi delle cose che davvero non funzionano, alle assenze e ai voti dei nostri figli ci pensiamo già noi".

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