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Paternità: identikit di un futuro papà e di una futura mamma
Pubblicato il: 25/05/2010  Nella Sezione: Paternità

"Questo articolo che vi presentiamo oggi, pone alla nostra attenzione un punto di vista diverso sulla paternità a confronto con la maternità. Motivazione e input emotivi che spingono un uomo o una donna ad affrontare il percorso di genitore. Con il punto di vista odierno, può sembrare un discorso ancorato all'età della pietra, ma se si riesce a leggere questo testo con un po' di autocoscienza, sono sicuro che in qualche parte ci si riesce anche a riconoscersi. Sicuramente molte parti, sono un po' vecchiotte come ideologie. Sarebbe molto interessante sapere se vi ritrovate in questo identikit di uomo oppure no (il testo è tratto dal libro "Mondo affettivo e mondo economico" di  Emidio Tribulato"
 
La gioia di essere marito o moglie, si accentua se il proprio ruolo si amplia anche alla paternità o alla maternità. Creare una nuova vita umana, vederla crescere, partecipare attivamente e con impegno al suo sviluppo e alla sua maturazione gratifica non solo l’istinto, ma anche il cuore e la mente.

Iniziale e primitivo strumento di apertura alla vita, è ancora una volta l’istinto. Questo rappresenta la modalità scelta dalla natura per accompagnare alla paternità e maternità anche gli individui più recalcitranti. È l’istinto un sistema primordiale, ma molto valido ed efficace, per la riproduzione della specie, ma può rappresentare un modo altrettanto efficace per lanciarsi nell’avventura di costruire e far crescere una nuova famiglia. L’istinto verso la maternità, sembra sia più forte e incisivo della ricerca della paternità. Nonostante ciò, molti uomini desiderano essere padri, ma per scopi ed in un modo diverso, da come le donne desiderano essere madri.

ESSERE PADRE
La motivazione dell’uomo alla famiglia, alla procreazione e il desiderio di paternità, nasce e si realizza in modo diverso dalla maternità.

L’uomo che ama progettare e poi costruire ponti, strade, macchine, strumenti, vie commerciali, nuove città e nuovi Stati, vede la famiglia come una costruzione che, per essere desiderabile e accettabile, deve possedere determinate caratteristiche, in caso contrario, per lui non ha alcun interesse.

Come una costruzione ha bisogno di un buon progetto, di architetti e operai qualificati, di un responsabile che con passione, forza e razionalità sia capace di portarla a buon fine, con delle decisioni e responsabilità ben precise, utilizzando materiali di prima scelta, così anche nell’impegnarsi alla formazione di una famiglia, l’uomo ha bisogno di trovare determinati requisiti che ritiene necessari affinché, alla fine, lo scopo sia raggiunto. E lo scopo viene raggiunto quando quello che viene costruito ha caratteristiche e qualità corrispondenti al progetto iniziale.

I presupposti per intraprendere un percorso di responsabilità alla paternità includono quindi tutta una serie di parametri, senza i quali l’uomo non si impegna o si impegna in maniera parziale, momentanea o di malavoglia.

Intanto egli necessita di un partner affidabile e quindi di una donna che abbia certi requisiti.

Cerca una donna da amare e da cui venga amato e rispettato. L’amore include molte cose: il dialogo, il piacere di stare insieme, il sesso ma anche il sentimento, il rispetto reciproco, le reciproche attenzioni.

Cerca una donna capace di cure.
L’amore include la cura per l’altro. Egli pertanto si aspetta di trovare, come compagna per la vita, una donna con caratteristiche nettamente femminili: tenera, dolce, appassionata, ma anche capace di attenzioni particolari verso di lui e verso la prole.

Cerca una donna con caratteristiche materne.
In questa donna l’uomo deve riconoscere, in maniera chiara, sufficienti caratteristiche per essere una buona madre. Deve pertanto essere una persona matura, serena, attenta, disponibile, capace di gestire con sano criterio, con saggezza, prudenza e accortezza, la vita familiare anche dal punto di vista educativo.

Cerca una compagna di vita.
Altra caratteristica desiderata è la capacità di essere per lui compagna di vita. Non ama pertanto una donna dura, aggressiva, sempre sulla difensiva, troppo indipendente, troppo forte, troppo libera, frivola o spavalda, che ama aggredire più che accogliere. Cerca quindi una donna che accetti con responsabilità ed impegno un ruolo complementare a quello maschile.

Cerca una donna fedele.
Nella donna da amare e con la quale costruire una famiglia, cerca la fedeltà, non solo dal punto di vista sessuale e sentimentale, ma anche in relazione agli impegni assunti con il matrimonio. Una donna fedele gli assicura che i figli che nasceranno ed i sacrifici che farà saranno indirizzati e utilizzati dalla sua progenie e non da quella di un occasionale amante e che il progetto comune andrà a buon fine.

Desidera una donna che abbia sviluppato un sano senso del pudore.
Giacché, a differenza della donna che si eccita più dalle parole e dai gesti, che non dalle immagini, l’uomo si eccita più facilmente soprattutto attraverso la vista, egli giudica severamente la donna che sottolinea le sue forme o peggio, le scopre. Ama quindi una donna con un sano e alto senso del pudore.

Cerca una donna che valorizzi e rispetti le sue capacità gestionali.
La donna da amare, inoltre, deve sapergli dare un ruolo importante nell’organizzazione e nella progettazione della vita familiare. L’uomo desidera quindi una donna che sappia accettarlo, rispettarlo e valorizzarlo come compagno prezioso e importante, anzi indispensabile, in questa splendida avventura umana.

Richiede una donna che non sia facile preda delle mode.
Poiché gli uomini tendono ad essere più tradizionalisti e quindi tendono a conservare l’esistente, essi cercano una donna che non si adatti in maniera passiva alle mode del momento, ma riesca a vedere con razionalità ed obiettività quello che è più utile per la coppia e per la famiglia.

Solo se sussistono buona parte di queste condizioni nasce il desiderio di paternità e di famiglia, in caso contrario la paternità e la famiglia per l’uomo non hanno alcun valore, non hanno alcun senso, non hanno alcun interesse. Per tale motivo difficilmente l’uomo si lascia convincere ad un cammino familiare da donne che non possiedono o nelle quali non riconosce questi requisiti.

Soprattutto lo convincono poco ed è molto recalcitrante verso donne nelle quali non vede buone capacità materne e di cura. Capacità indispensabili per gestire correttamente sia eventuali figli che una sana vita familiare.

L’interesse per le capacità professionali di una eventuale compagna, è così scarso che spesso viene visto addirittura in modo negativo, in quanto l’uomo sa, e si accorge dalle esperienze delle famiglie dalle quali proviene o è circondato, che alte capacità professionali mal si accordano con buone capacità materne in quanto, alte esperienze professionali mal si legano con buone capacità di attenzioni e cure nei confronti suoi, dei suoi figli e nei confronti della rete familiare.

In molte nazioni occidentali come l’America, la Francia, l’Italia gli uomini spesso cercano e si sposano con donne straniere, non perché siano più belle e avvenenti di quelle del proprio paese, ma nella speranza di trovare delle donne che abbiano requisiti vicini ai propri ideali.

Dovendo confrontarsi e vivere in una società consumistica, l’uomo si trova davanti ad un dilemma: da una parte, razionalmente, è attratto e capisce che un secondo stipendio in famiglia gli farebbe comodo per affrontare tutte quelle spese che la moderna società occidentale propone come spese indispensabili per vivere, dall’altra è restio ad impegnarsi in un cammino di paternità.

La soluzione più ragionevole che vede e spesso sceglie, è quella di condividere con la compagna un impegno minimo che gli permetta lo stesso una piacevole, e se possibile intensa, vita sessuale, amicale e sociale, senza obblighi di tipo matrimoniale, limitando al massimo le nascite o abolendole completamente. Più tardi gli uomini arrivano al matrimonio, più tendono a posticipare la decisione di mettere al mondo dei figli, in quanto diminuisce l’entusiasmo verso la paternità, mentre nel contempo aumentano le perplessità nei confronti di una vita sociale e familiare spesso caotica.


In questo rifiuto della procreazione l’uomo può essere d’accordo con alcuni tipi di donne che, a causa di un’educazione focalizzata sulla vita professionale e sull’edonismo, vedono nella gravidanza e nel cambiamento di ruolo, da donna a madre, una limitazione, una palla al piede che le limita nelle loro possibilità di carriera, nelle amicizie, nei piaceri, nei viaggi e divertimenti.

Per quanto riguarda il proprio ruolo all’interno della famiglia, l’istinto, oltre che il patto e la tradizione millenaria, sollecita l’uomo a chiedere di essere accettato come capo e responsabile. Egli avverte che per esprimere la sua paternità in modo pieno e completo, deve avere la possibilità di indirizzare responsabilmente i vari componenti di questa in un percorso virtuoso, stabile e sicuro, che porti a trasmettere ai figli tutte quelle informazioni e realtà che egli possiede e che potrebbero essere utili per formare un uomo e una donna maturi.

L’uomo inoltre è consapevole che la selezione naturale, operata in milioni di anni, gli ha conferito determinate caratteristiche che lo rendono più idoneo della donna al compito di responsabile della famiglia.

Infatti, caratteristiche dell’uomo educato correttamente,  sono la forza morale, la determinazione, la capacità di lottare e di osare nei momenti più difficili e duri senza scoraggiarsi facilmente, senza tentennare, senza fughe dovute all’emotività e alla fragilità. Ciò permette all’uomo di superare meglio le difficoltà e di raggiungere più facilmente gli obiettivi prefissati.

Anche le altre caratteristiche maschili, come il saper dare e accettare regole e norme, la più facile e frequente linearità nei comportamenti, una visione sociale più ampia e le minori influenze che hanno su di lui le mode e gli usi del momento, possono permettergli una guida più stabile e sicura, una visione più obiettiva delle situazioni da affrontare, una migliore utilizzazione delle esperienze del passato e una più corretta programmazione del futuro.

Nonostante ciò egli, per millenni abituato a lottare, cacciare e lavorare in gruppo, sotto la direzione di un capo, è disponibile ad accettare e collaborare con un responsabile da lui rispettato, ammirato e accettato, anche se di sesso femminile. Questa donna però deve essere capace di prendere su di sé tutti gli onori e gli oneri della difficile conduzione familiare.

Il maschio, abituato a confrontarsi in ambiti sociali con ruoli piramidali, a differenza della donna che ama i ruoli paritari, cerca e chiede, nelle attività nelle quali si impegna, decisioni chiare, sicure, rapide, concrete e stabili. Pertanto, sia istintivamente, sia razionalmente, avverte un grave disagio quando è costretto ad operare in un sistema, come quello occidentale, fondato sulle responsabilità totalmente condivise. Egli, infatti, sa che, in una struttura complessa, variegata, di grande continuo impegno, come quella familiare, nella quale sono fondamentali la rapidità e la linearità delle decisioni, questa metodologia gestionale non è assolutamente funzionale agli scopi che dovrebbe assolvere. Sa, inoltre, che non sono adeguate leggi che rendano aleatorio ogni serio progetto di famiglia stabile e responsabile. Leggi che sembrano fatte apposta per dare lavoro ai peggiori azzeccagarbugli. Pertanto non è disposto ad accettare il coinvolgimento in un’impresa votata alla disgregazione e al fallimento, sia sotto l’aspetto economico che psicologico.

E’ bene quindi che società ed istituzioni tengano presente che se la figura maschile all’interno della famiglia continua a diventare sempre più periferica, nell’ombra, trascurata, se si toglie all’uomo, come è avvenuto in maniera sistematica in questi ultimi decenni, ogni autorità, se non lo si mette più in grado di farsi rispettare e ubbidire, se il suo potere disciplinare all’interno della famiglia viene drasticamente ridotto, se il ruolo maschile e paterno viene sminuito, mentre nel contempo viene esaltato quello femminile e materno, non è difficile prevedere che la speranza di trovare uomini disponibili ad assumersi un serio e stabile impegno familiare si ridurrà sempre di più, fino a ritornare agli albori della storia umana quando le nuove generazioni erano allevate solo da donne, con le quali gli uomini avevano avuto unicamente dei rapporti sessuali occasionali.

ESSERE MADRE
Per le donne la maternità è qualcosa che fa parte del loro DNA. Prima di diventare pensiero razionale, è già nel loro corpo e nel loro sangue, in quanto nasce con loro. E se la donna è educata correttamente, si evolve e arricchisce con i giochi di bambina; si matura con l’identificazione con la propria madre e con le altre madri e donne; ed è presente in ogni componente del proprio corpo come del proprio spirito.

Pertanto subentrano il trauma ed il lutto quando la donna non riesce ad essere madre o quando, per gravi problemi patologici, è costretta ad interventi demolitori degli organi della riproduzione.

Molte donne bramano avere un figlio, anche se nato da un’altra donna; anche se l’età fisiologica non lo permetterebbe; anche se l’uomo che è accanto a loro non è dei migliori; o addirittura, anche quando accanto a loro non c’è nessun uomo degno e disponibile ad essere padre. Abbiamo detto prima che l’istinto verso la maternità va educato, stimolato ed aiutato a manifestarsi fino a raggiungere la ricchezza caratteristica di una buona madre. Ma non sempre ciò avviene anzi, sempre più spesso, l’istinto materno viene trascurato, irriso, svalutato, compresso a favore di altri valori e altre finalità.

Per tale motivo non sempre si presenta con tutte quelle caratteristiche indispensabili ad una buona madre. Inoltre, in molte donne, il desiderio di maternità si rattrappisce fin quasi a scomparire quando l’uomo, che è accanto a loro, non è affidabile o quando l’impegno o lo stress per la vita lavorativa e professionale al di fuori della famiglia, assorbe eccessivamente il loro tempo, la loro vita, le loro emozioni.
 

fonte: cslogos.it