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Sids,morte in culla o morte bianca: cosa è e come si può evitare
Pubblicato il: 09/04/2010  Nella Sezione: Salute

Parlare di Sids non è sicuramente piacevole, ma non parlarne potrebbe creare decisamente più dispiaceri. Abbiamo trovato questo articolo su adnkronos.it che ne parla. Siamo andati subito alla ricerca di un testo aggiuntivo che spiegasse quali sono i comportamenti da adottare per evitare la morte in culla.

adrkronos.it - Più di 8 genitori italiani su 10 hanno sentito parlare della morte in culla, ma la strada che separa la teoria dalla pratica è lastricata di errori. Ancora troppe mamme non smettono di fumare durante la gravidanza e l'allattamento, benché la sigaretta sia fra gli imputati più noti del rischio Sids (sindrome della morte improvvisa del lattante).

Non solo. Nonostante sia ormai dimostrato che la posizione più sicura in cui far dormire il bebè sia quella supina, a Roma il 53% delle mamme e dei papà mette a nanna il bimbo steso sul lato: un dato in linea a quello rilevato a Bari, ma quasi doppio rispetto alla percentuale registrata a Milano. A bocciare le famiglie della Penisola sono i risultati delle interviste condotte su un totale di 5.300 genitori nelle tre città italiane in occasione di 'Bimbinfiera', kermesse dedicata al mondo dell'infanzia. Una campagna organizzata da MAM Association, nata con l'obiettivo di sensibilizzare i genitori sulla Sids.

In generale - spiegano i promotori del progetto in una nota - passando da Milano a Bari e a Roma, i risultati delle interviste non si discostano di molto. In particolare, però, dai dati romani emerge che solo una piccola percentuale di genitori ha sentito parlare in modo esaustivo di Sids. Inoltre, ancora molte famiglie dicono di non sapere che la sindrome è la prima causa di morte dal ventottesimo giorno al primo anno di vita. Insomma, per abbattere i numeri della Sids c'è ancora molto da fare, conclude MAM. Ma una corretta e accurata informazione su questo tema, resta convinta l'associazione, è fondamentale per aiutare mamme e papà a far dormire sonni tranquilli ai loro piccoli. La prova è il dato sull'uso del ciuccio: la metà dei genitori conosce la sua utilità ed efficacia preventiva, nonostante l'impiego del succhietto sia stato fra le ultime.
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Questo testo che segue
a cura del Dott. RAFFAELE PIUMELLI
Responsabile Centro Regionale di Riferimento per lo Studio e la
Prevenzione della SIDS U.O. Medicina Neonatale e Pediatria Preventiva
Dipartimento di Pediatria - Università degli Studi di Firenze
Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer - Firenze

"COS’È LA SIDS?
La Morte Improvvisa del Lattante - Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente conosciuta anche come “morte in culla”, è stata definita come malattia a sé stante nel 1969.
SIDS è il nome dato alla morte improvvisa e inaspettata di un lattante, fino a quel momento sano, che resta inspiegata anche dopo l’esecuzione di un’indagine completa comprendente l’autopsia, l’esame delle circostanze del decesso e la revisione della storia clinica del caso.
L’incidenza media della SIDS, nei paesi industrializzati, è inferiore a 1 caso ogni 1000 nati vivi; tuttavia, nonostante la sua relativa rarità, la SIDS rappresenta la prima causa di morte nell’arco di tempo compreso tra il primo mese e il primo anno di vita.
Si verifica durante il sonno, molto più spesso tra il secondo e il quarto mese e, dei bambini che muoiono, circa il 60% sono maschietti.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA SIDS?
Proprio per definizione, le cause della SIDS non sono state ancora del tutto chiarite.
I tentativi di spiegare adeguatamente la morte improvvisa e inaspettata di questi bambini sono risultati difficili fin dall’inizio.
Un tempo, se un bambino moriva nel lettone con i genitori, si pensava che ciò potesse essere dovuto al loro rotolamento sul bambino durante il sonno.
In seguito si ritenne che i bambini potessero essere vittime di un soffocamento da rigurgito o che la morte fosse dovuta a una qualche negligenza da parte dei genitori.
Ora sappiamo che nessuna di queste spiegazioni è giusta, in quanto questi bambini erano vittime di quella che è oggi conosciuta come SIDS.
Numerosi studi condotti a livello internazionale fanno pensare che più fattori possano determinare questo tragico evento e, tra questi, è ritenuto responsabile un complesso difetto del controllo involontario del respiro durante il sonno.
Sfortunatamente, questa alterazione molto insidiosa e al contempo transitoria, perché limitata solo ai primi mesi di vita, non è attualmente evidenziabile con test di screening applicabili su larga scala.

La SIDS può verificarsi in bambini quasi sempre robusti e sani, accuditi con la massima cura dai genitori più affettuosi. Può accadere che il bambino, prima di morire, non si sia nutrito bene o che abbia presentato disturbi al pancino, o un po’ di raffreddore, ma tutte queste piccole affezioni, molto comuni nell’infanzia, non preannunciano un rischio effettivo di SIDS.

ESISTONO COMPORTAMENTI CHE RIDUCONO IL RISCHIO DI SIDS?
La ricerca scientifica ha consentito di individuare alcuni fattori di rischio e, di conseguenza, quei comportamenti che, negli ultimi anni, hanno consentito di ridurre drasticamente l’incidenza della SIDS.

NANNA SICURA
Nei primi mesi di vita, la posizione più idonea per dormire è sulla schiena.
Non fate dormire il bambino a pancia sotto, né sdraiato sul fianco.
È consigliabile far dormire il bambino su un materasso rigido e non utilizzare né cuscino, né paracolpi o mettere pupazzi di pelouche nel lettino.

NON FATELO FUMARE
L’esposizione al fumo di sigaretta, sia durante la gravidanza, sia dopo la nascita, accresce considerevolmente il rischio di SIDS.
Questo effetto nocivo aumenta con il numero di sigarette fumate in gravidanza.

FRESCO È MEGLIO
La temperatura ambientale ideale per il bambino è di 18-20°C.
È importante tenerlo lontano da fonti di calore e non coprirlo troppo; se poi ha la febbre, può aver bisogno di essere coperto di meno, mai di più!

IL SUCCHIOTTO
Dati sempre più numerosi che ci provengono dalla ricerca scientifica dimostrano che anche l’impiego del succhiotto riduce il rischio di SIDS.
È tuttavia consigliabile che i bambini allattati al seno inizino a usarlo solo quando l’allattamento si è ben stabilizzato, per evitare ogni possibile interferenza.

L’ALLATTAMENTO AL SENO
Non sembra che i bambini allattati al seno corrano un minor rischio di SIDS rispetto a quelli allattati con latte artificiale, ma non bisogna dimenticare che il latte materno rappresenta comunque il miglior alimento nei primi mesi di vita.

DOVE FAR DORMIRE IL BAMBINO NEI PRIMI MESI DI VITA?
Nei primi mesi di vita è consigliabile far dormire il bambino nella stessa stanza, ma non nello stesso letto dei genitori.

ESISTONO “BAMBINI A RISCHIO”?
Sono considerati a maggior rischio di SIDS:
- I fratellini e le sorelline successivi di bambini deceduti per SIDS.
- I bambini che abbiano presentato episodi apparentemente rischiosi per la vita, detti ALTE (Apparent Life-Threatening Events).
Si tratta di episodi caratterizzati da un vistoso cambiamento del colorito cutaneo che diventa pallido o bluastro, del tono muscolare (flaccidità o irrigidimento) e da arresto del respiro (apnea), che talvolta richiedono l’esecuzione di manovre rianimatorie energiche (respirazione bocca a bocca, massaggio cardiaco).
Questi bambini devono essere sottoposti ad accurati controlli clinici e strumentali in strutture altamente specialistiche.
- Alcuni bambini nati molto prematuri.

COSA FARE?
L’applicazione delle semplici regole di accudimento che abbiamo illustrato ha consentito di ridurre, in molti paesi del mondo, l’incidenza di SIDS di oltre la metà!!! In casi particolari si può ricorrere al monitoraggio domiciliare.

COS’È IL MONITORAGGIO DOMICILIARE?
Il monitoraggio domiciliare è una “sorveglianza elettronica” effettuata durante il sonno tramite particolari strumenti chiamati monitor cardiorespiratori.

COSA SONO I MONITOR?
I monitor sono dispositivi che rilevano l’attività cardiaca e respiratoria del bambino.
Si tratta di strumenti dotati di allarmi acustici che entrano in funzione quando si verificano alterazioni del battito cardiaco o del respiro e quindi consentono di intervenire tempestivamente in caso di necessità.

QUALI CARATTERISTICHE DEVE POSSEDERE UN MONITOR DOMICILIARE PER ESSERE SICURO?
Un monitor affidabile deve necessariamente possedere le seguenti caratteristiche:
- memoria per la registrazione degli eventi;
- capacità di rilevare i battiti cardiaci, i movimenti respiratori del torace e l’ossigeno nel sangue (saturazione di ossigeno).
Queste funzioni vitali vengono rilevate con la semplice applicazione di due elettrodi sul torace e di una piccola sonda luminosa al piede o alla mano del bambino.
Sono da evitare tutti quegli strumenti che non possedendo queste caratteristiche possono risultare pericolosi poiché offrono solo una falsa protezione.

QUALI BAMBINI DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A MONITORAGGIO DOMICILIARE?

- I fratellini e le sorelline successivi di bambini deceduti per SIDS.
Questi bambini vengono in genere monitorizzati per un periodo di tempo non inferiore a sei mesi.
- I lattanti che abbiano presentato episodi apparentemente rischiosi per la vita (ALTE) di grado severo.
È necessario sottoporre questi bambini ad un periodo di almeno un mese di monitoraggio domiciliare.
- Alcuni neonati prematuri.
Talvolta questi neonati possono presentare crisi di apnea e rallentamenti del battito cardiaco; per questo motivo è importante controllare queste funzioni anche dopo la loro dimissione dall’ospedale.
In altri casi necessitano, a causa di alterazioni polmonari, di ossigenoterapia domiciliare per periodi più o meno prolungati; anche in questi casi si rende necessario un periodo di monitoraggio domiciliare.
In questi bambini il monitoraggio viene protratto fino alla completa maturazione della loro attività cardiaca e respiratoria.

ORGANIZZAZIONE DELLA RETE DI MONITORAGGIO
Un efficace sistema di monitoraggio deve necessariamente far capo a strutture specialistiche che siano in grado di farsi carico di tutte le problematiche relative a questo particolare tipo di intervento:
- Addestramento dei genitori all’impiego del monitor e alle manovre rianimatorie da compiere in caso di necessità.
- Sostegno psicologico alla famiglia.
- Programmazione dei tempi di monitoraggio.
- Programmazione dei controlli periodici da effettuare per la lettura delle tracce memorizzate dal monitor.
Il trasferimento dei dati può avvenire anche in telemedicina, attraverso la loro diretta trasmissione dal domicilio del bambino al centro di riferimento.
Il telemonitoraggio offre il duplice vantaggio di consentire una rapida acquisizione e lettura delle tracce di allarme e di evitare di recarsi al centro di riferimento quando la memoria del monitor è satura.

E per finire ricordate che seguendo le semplici precauzioni che abbiamo descritto 1999 bambini su 2000 non correranno alcun rischio di SIDS!!!"