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Ok le regole, ma le emozioni? Seconda parte
Pubblicato il: 20/09/2011  Nella Sezione: Tutto io devo fare
“Vogliamo continuare a proporre questo testo che ci ha mandato Paterpeur, un papà che vuole condividere con noi le sue esperienze dirette sull'essere padre e ci scusiamo per aver interrotto per cosi lungo tempo le altre parti. Questo articolo sarà suddiviso in varie parti (ecco la prima) che vi proporremo in più puntate. (laRedazione)”
 

Intanto la questione nazionale dei referendum: qualche genio ha detto che il voto è stato influenzato dall’onda emotiva dovuta al disastro nucleare giapponese. Niente di più cavernicolesco di considerare ancora (siamo nel 2011!!!) pensiero logico razionale e sfera emotiva come separati (con una immotivabile superiorità del pensiero logico razionale). Si può dire anzi che mai come in questo caso l’emozione ha illuminato il pensiero razionale sul fatto che i rischi ci sono. Cazzo, l’onda emotiva è stata proprio una cosa bella e sana!

Poi la questione dell’autostima, di come l’attaccamento genitori-figli sia determinante nella percezione di sé. Come un rapporto aperto e “amoroso” faccia crescere bambini equilibrati in grado di affrontare la vita, e come uno stile di attaccamento censorio o insicuro abbia ripercussioni negative sul modo di essere dei futuri adulti. Dallo stile di attaccamento (che in soldoni significa sapere che i nostri genitori ci amano) possono derivare sensi di colpa, anaffettività, sfiducia, ansia…

Negli altri ci rispecchiamo e i nostri figli hanno in noi un’immagine di loro stessi, se li amiamo impareranno ad amarsi perché le emozioni che esprimiamo si riflettono su di loro e risuonano fino a influenzare il loro stato d’animo. Se scarichiamo rabbia e frustrazione attiveremo stati d’animo corrispondenti. Attenzione però: anche noi abbiamo un’immagine di noi stessi attraverso di loro.

E quindi Samuele cosa ha da dirmi a proposito di me?

Specchiarmi in lui mi sovrasta, ha uno spettro emotivo decisamente più ampio del mio. Questo mi fa riflettere su quanto la vita rischi di incancrenirmi e di rendermi solo una persona che lavora, paga (o tenta di pagare) conti, tasse e bollette per poi dormire ed essere di nuovo al lavoro l’indomani. Questo non è un genitore, non è nemmeno un essere umano. Per quanto mi riguarda non è neppure un organismo biologico. È un cyber-scrondo.

Allora lo osservo, cerco di guardare il mondo coi suoi occhi, di far battere il mio cuore in risonanza col suo. Lui dal canto suo sa bene come farmi emozionare (sa bene anche come farmi incazzare quel batuffolo!), gli basta uno sguardo, una parola.

Paterpuer: http://paterpuer.blogspot.com/