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Cannes: un'edizione all'insegna del rapporto tra padre e figlio
Pubblicato il: 16/05/2011  Nella Sezione: News

Molti rapporti padre e figlio (un vero fil rouge) e poi spiritualità, erotismo e prostituzione e, soprattutto, tante atmosfere da fine del mondo, metafisiche ed esistenziali. Insomma si volerà alto nella 64a edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) zeppa di autori e di cinema-cinema senza troppe concessioni alla commedia, se non a quella d'autore di Allen e Almodovar. Questa una sintesi dei 18 film che sfideranno i due italiani Nanni Moretti con Habemus Papam e Paolo Sorrentino con This must be the place, nella corsa alla Palma.

Melancholia di Lars Von Trier porta fin dentro la fine del mondo con la storia di due sorelle. Il titolo è il nome di un pianeta dieci volte più grande del nostro che a un certo punto inghiotte la Terra come per purificarla. Il filosofo-regista Terrence Malick non sarà da meno con The Tree of Life con Brad Pitt e Sean Penn. Siamo in una famiglia americana anni '50. Qui cresce Jack, bambino sensibile che appena grande si sentirà un'anima persa e tenterà la riconciliazione con il padre. Sean Penn (già nel film di Sorrentino alle prese con il proprio padre) interpreterà Jack mentre Brad Pitt il padre.

Ancora rapporti complicati tra padre e figlio in Footnote dell'israeliano Joseph Cedar con la storia di una singolare rivalità, appunto tra padre e figlio, entrambi professori al dipartimento di Talmud dell'Università di Gerusalemme. In Boy with a Bike ,di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Ciryl è un dodicenne con un solo scopo: trovare il padre, che lo ha abbandonato.

Ronin, ovvero samurai senza padre-padrone, sono quelli di Hara-Kiri: Death of Samurai di Takashi Miike. Pedro Almodovar con La Piel que abito («il mio horror») porta a Cannes la vendetta di un padre, chirurgo plastico, nei confronti dell'uomo (Banderas) che ha stuprato sua figlia. In Pater di Alain Cavalier, lo stesso regista e l'attore Vincent Lindon si sono filmati a vicenda nella vita e nel film in cui interpretano il presidente e il primo ministro.

We need to talk about Kevin della regista inglese Lynne Ramsay si annuncia invece come un thriller psicologico con la storia di Eva (Tilda Swinton), Franklin (Reilly) e Kevin (Miller), le cui vite, a due giorni dal sedicesimo compleanno di quest'ultimo, prendono una piega terrificante. In Polisse la regista Maiwenn è protagonista insieme al rapper Joey Starr (nel cast anche Riccardo Scamarcio) della storia di Fred, ribelle della Squadra protezione minori di Parigi, il quale s'invaghisce di Melissa, fotografa incaricata di dedicargli un reportage. Dalla Turchia arriverà poi il poetico Once upon a time in Anatolia di Nuri Bilge con la storia di Ylmaz Erdoan,un dottore che vive troppo isolato tra le steppe dell'Anatolia.

In gara anche Michael dell'austriaco Markus Schleinzer (gli ultimi cinque mesi di convivenza forzata tra un bambino di 10 anni e un uomo di 35), Drive del danese Nicolas Winding Refn (road movie su uno stuntman che di notte diventa ladro di auto), Hanezu No Tsuki della giapponese Naomi Kawase (le radici arcaiche del suo Paese e l'attuale perdita del sacro), Le Havre del maestro Aki Kaurismaki, La Source des Femmes di Radu Mihaileanu e due film tra erotismo e prostituzione: Sleeping Beauty di Julia Leigh e L'Apollonide di Bertrand Bonello. Ultimo arrivato in gara The Artist di Michel Hazanavicius.

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