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Divorzio: fine della coniugalità ma non della genitorialità
Pubblicato il: 24/01/2011  Nella Sezione: Scrivi alla Sessuologa

Il tasso delle separazioni e dei successivi divorzi oggi è in costante aumento.
Gli italiani si sposano prima e si separano poi, con estrema leggerezza ed a volte con superficialità, coinvolgendo inevitabilmente i figli in una spirale di odio, ricatti economici, psicologici ed ostilità. Molte coppie che giungono al mio studio per essere supportati verso una “civile separazione”, approdano spesso a conflitto in corso e si fronteggiano e si osteggiano senza esclusione di colpi. Uno dei principali obiettivi da tenere in mente e nel cuore, durante questo durissimo percorso, è la tutela fisica e psichica dei figli, già profondamente addolorati per non appartenere più ad un nucleo normo-costituito, caratterizzato da una “coppia genitoriale”, ma  costituito da due genitori che hanno smesso di amarsi ed hanno iniziato a darsi battaglia duramente.

I danni psicologici a cui vanno in contro i figli, non sono dovuti alla separazione in sé, ma alla modalità con cui avviene ed allo stile genitoriale pregresso alla separazione. Il bambino, in questa dolorosa fase, interiorizza le strategie disfunzionali e comportamentali di entrambi i genitori, tendendo poi a ripeterli nel tempo, altre volte invece tenderà a sviluppare comportamenti anti-sociali o emotivamente non adeguati, in special modo in adolescenza. La separazione caratterizzata e mossa dal conflitto e dalla rabbia, creerà delle “disfunzionali alleanze figlio-genitore”, spesso a scapito dell’altro genitore.

Questa erronea “triangolazione delle dinamiche”, con una conseguente manipolazione e strumentalizzazione dei figli, li nuocerà e li danneggerà inevitabilmente; nel tempo infatti, queste condotte manipolative si ritorceranno loro contro, in termini di disequilibrio psichico, con  il conseguente possibile manifestarsi di  comportamenti psico-patologici. Il livello coniugale, con quello genitoriale, dovrebbero obbligatoriamente rimanere disgiunti, anche nel dolore e nella rabbia, una possibile confusione di ruoli, danneggerà sia genitori che figli. I genitori, rimarranno pur sempre genitori, anche se non più marito e moglie. Questa separazione di ruoli  diviene funzionale al mantenimento di un equilibrio emozionale nei figli, che dovranno sentirsi contenuti, anche nel disordine e nel dolore di una separazione.

A volte uno dei figli diviene, in termini psicologici, un “partner sostitutivo” per l’altro genitore, con notevoli ripercussioni negative sulla psiche e sul comportamento e con costi emotivi elevatissimi, vivendo inoltre la pressione psicologica latente da parte dei genitori, di dover scegliere uno di loro, una scelta che evoca dannosissime “angosce abbandoniche”.

Separarsi non è certo semplice, ma a volte, chiedere un aiuto ad un clinico per dipanare la matassa emotiva, può rappresentare un valido supporto alla sofferenza e al dolore psichico.

Dottoressa Valeria Randone www.valeriarandone.it

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