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Cose che avevo dimenticato
Pubblicato il: 11/01/2011  Nella Sezione: Tutto io devo fare

 Che cosa strana è la memoria! La mia capacità di ricordare è di un tipo assolutamente pragmatico: ricordo ogni cosa che devo fare, la lista completa degli acquisti e delle faccende da sbrigare, tutti gli impegni da mantenere. Tengo a mente invece con difficoltà molte cose che sono accadute, il passato che è ormai alle spalle, le storie lette o viste al cinema. E' chiaro, certi ricordi - come la nascita di un figlio - sono indelebili, ma col tempo la loro forma tende sempre più a sfumare per andare all'essenza, mentre si perdono i particolari, si dimenticano per sempre o quasi. La mia occasione per riviverli è stata la nascita del mio secondo figlio.

Chi si ricordava che un neonato - ben piazzato e con misure più o meno simili al primo - fosse tanto piccolo e gracile. 
E chi si ricordava del peso: una piuma di fronte a quello del fratello. E chi si ricordava che un peso tanto leggero, tenuto su un braccio - per più di un'ora e in una posizione soltanto per lui ergonomica - alla fine diventa insopportabile quanto quello di un macigno. 
Chi si ricordava le nottate passate in piedi o il sonno interrotto ogni tre ore. Chi si ricordava delle mie ciabatte lasciate in corridoio e i miei passi scalzi accanto alla culla per non svegliare malauguratamente il figlio che si è appena addormentato.
Chi si ricordava le coliche gassose e il pianto inconsolabile. E chi si ricordava i massaggi sul pancino in posizione prona.
Chi si ricordava i rigurgiti, i tre starnuti di seguito e i due colpi di tosse.
Chi si ricordava la montagna incessante di pannolini da togliere e da rimettere, l'acqua fredda e quella calda da aspettare e l'acqua troppo calda da raffreddare, mentre lui non cessa di piangere. 
Chi si ricordava dei bottoni dei body, impossibili sia da chiudere che da staccare, e delle carrozzine pieghevoli che non si piegano.  
Chi si ricordava del caffè preparato con una mano sola, mentre il piccoletto dorme appoggiato su una spalla come un koala.
Chi si ricordava degli occhi che mi guardano sbalorditi da meno di trenta centimetri e della bocca rotonda che respira l'aria e che assapora l'inizio della vita. 
In tutti questi istanti, che passo col mio bambino appena nato, lo so che sono io il suo ossigeno, la sua acqua, il suo nutrimento e il suo calore: sono cose che avevo dimenticato e che oggi per fortuna sono tornate ad appartenermi di nuovo.