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"Il padre e lo straniero" Ricky Tognazzi racconta la paternità
Pubblicato il: 31/10/2010  Nella Sezione: Paternità

Due uomini uniti da una paternità sofferta. Ricky Tognazzi torna alla regia con "Il padre e lo straniero" tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo e presentato fuori concorso al Festival di Roma. Una storia di amicizia al maschile che si coniuga con una doppia diversità: quella fisica (i figli di entrambi sono gravemente disabili) e quella culturale. I protagonisti sono Diego (Alessandro Gassman), un impiegato statale romano, e Walid (Amr Waked) un pericoloso siriano al centro di traffici loschi e terrorismo internazionale. Un "thriller sentimentale" lo definisce Gassman, scherzando sul doppio livello della storia. «In effetti il film è sospeso tra il giallo e il realismo - aggiunge Tognazzi - e come attore è stato impegnativo trovare la dose credibile sia nella fase normale che in quella di thriller».

LA PATERNITÀ - «È un film sulla paternità - dice Tognazzi -. Abbiamo tentato di raccontare un italiano medio che si scontra con la dura realtà della disabilità». La storia è in parte autobiografica. «È nata dal rapporto con la diversità di mia figlia gravemente malata - spiega De Cataldo -. In Italia le famiglie che vivono questo dramma si sentono veramente soli, abbandonati al dolore. All’estero non è così». «Il romanzo è la fonte unica del film - sottolinea Simona Izzo che ha curato la sceneggiatura -. Abbiamo lavorato tanto per distaccarci il meno possibile dalle pagine». Il film uscirà nelle sale il 18 febbraio in 80 copie, «ma speriamo di arrivare a 100» anticipa la Izzo.

TOCCARE IL DOLORE - La disabilità di un figlio è un tema difficile, che non può che non può non toccare gli interpreti costretti a calarsi nel dolore: «Ho avuto la fortuna di leggere il romanzo prima di sapere di fare il film. E ne ero rimasto profondamente emozionato - racconta Alessandro Gassman -. Ero preparato. Mi sono sempre chiesto fin dalla lettura quale sarebbe stata la mia reazione. Penso che non sarebbe stata diversa dal mio personaggio Diego, ma che nella vita non avrei avuto la grande fortuna di incontrare un personaggio come Walid. Il film ci dice che la conoscenza verso qualcosa di lontano può aiutare la nostra esistenza. Lavorare con bambini disabili è stato molto toccante e fortificante». Anche Ksenia Rappoport, che nel film interpreta la moglie di Gassman, ha fatto lo stesso lavoro: «I sentimenti sono difficili da descrivere. Così ho voluto conoscere Giancarlo e sono rimasta impressionata da lui e dalla moglie. Una famiglia di miei cari amici ha un bambino disabile, poi sono andata in Russia a visitare un centro specializzato».

L'AMICO VENUTO DA LONTANO - All’inizio del film, la coppia Gassman-Rappoport è spaccata dal dolore. La vita di entrambi si è interrotta quando è arrivato il figlio "diverso". Ed è strano che la rinascita di entrambi passi attraverso un altro "diverso": Walid, lo straniero. «La società è sempre più multietnica - dice il regista - ed è un'opportunità per tutti noi. La conoscenza arricchisce e, spesso, aiuta a superare paure e drammi».

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