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La vita segreta online dei ragazzi: ricerca McAfee negli USA
Pubblicato il: 01/09/2010  Nella Sezione: Adolescenti

Presentata alla stampa quest'estate, "The Secret Online Lives of Teens" tradotto (più o meno...) in italiano "La vita segreta online degli adolescenti" è un sondaggio condotto da Harris Interactive per conto di McAfee (leggi anche l'articolo su come far navigare sicuri i nostri figli in internet) e rivela il comportamento online degli adolescenti americani.

Che il sondaggio sia stato rivolto a ragazzi americani non deve farci sottovalutare il problema perché non riguarda solo loro. Quando c'è di mezzo la tecnologia parlare di confini nazionali e culturali è inutile. Fenomeni come Facebook o Skype hanno ampiamente dimostrato come oggi possiamo "connetterci" con chiunque, ovunque esso geograficamente si trovi.

Se diamo poi un'occhiata ai risultati del sondaggio poi, difficilmente dormiremo sonni tranquilli dopo aver regalato un PC o un telefonino ai nostri figli.

L'indagine "The Secret Online Lives of Teens" è stata effettuata nel periodo che va dal 4 al 17 maggio 2010. Lo studio ha coinvolto un campione di 955 giovani americani (dai 13 ai 17 anni) e rivela il comportamento dei teenager americani e le azioni di competenza dei propri genitori.

Mentre le preoccupazioni maggiori dei genitori sono quelle di insegnare i rischi derivanti dall’alcool o saper gestire casi di bullismo a scuola, vengono sottovalutate le fonti di pericolo derivanti dai collegamenti on line dei loro figli.

Diversamente, la ricerca dimostra quanto ben più pericolosi siano i gesti degli adolescenti, effettuati senza pensare o senza avere la percezione di un ipotetico pericolo.

Gli adolescenti parlano con persone estranee, fornendo loro informazioni personali

  • il 69% di adolescenti dai 13 ai 17 anni effettua aggiornamenti del proprio stato sui social network divulgando anche la propria posizione geografica esatta;
  • il 28% dei teenager chatta con persone che non conosce nel mondo offline rivelando alcuni dati personali, quali:
    • il  43% il comunica proprio nome
    • il  24% il proprio indirizzo email
    • il  18% invia foto personali
    • il  12% il numero di cellulare
  • le ragazze sono più propense dei ragazzi a chattare con le persone che non conoscono

“I ragazzi sanno che non devono parlare con gli estranei, è una delle prime cose che vengono loro insegnate. Ma online c’è un senso di fiducia e anonimia che permette loro di abbassare la guardia. I ragazzi non darebbero mai il loro nome ed indirizzo ad un estraneo nel mondo reale, è quindi allarmante vedere quanti giovani fanno tranquillamente queste cose online”.

Il 22% dei ragazzi non sa cosa fare se rimane vittima di cyberbullismo

Il fenomeno del cyberbullismo è stato oggetto di molti articoli sui giornali, con storie di adolescenti e ventenni perseguitati on line. Un adolescente su tre conosce qualcuno che ha commesso atti simili o che ha ricevuto informazioni malvagie via web (email anonime, pettegolezzi online, diffusione di informazioni private senza autorizzazione o informazioni offensive). Malgrado questo, il fenomeno del cyber bullismo resta: circa il 22% degli adolescenti e non sa come comportarsi se subisce attacchi di questo tipo.

I ragazzi accedono al web perlopiù fuori da casa

Quasi tutti accedono al web da fuori casa ed è impossibile tenerli sotto controllo. La risposta giusta quindi non sta nel tenere il computer di casa sorvegliato, ma bisogna educare i ragazzi a cautelarsi mentre utilizzano Internet, anche quando sono lontani dalla supervisione degli adulti. I numeri sono chiari:

  • l'87% dei giovani utilizza il web da qualsiasi parte, tranne che a casa
  • il 54% vi accede dalla casa degli amici o di altri familiari
  • il 30% vi accede tramite il cellulare e il 21% tramite i videogame
  • il 23% va online da qualsiasi parte con la rete Wi-fi

Gli adolescenti nascondono ai genitori quello che fanno online

Circa il 42% dei ragazzi ammettono di non dire ai genitori che cosa fanno quando sono online e che cambierebbero il loro comportamento online se sapessero che i loro genitori sono stati a guardare (36%). Nel tentativo di nascondere ulteriormente ilproprio comportamento online succede che:

il 38% dei ragazzi chiude o riduce al minimo il browser quando i genitori entrano nella stanza
il 32% dei ragazzi cancellano la cronologia del browser quando hanno finito di utilizzare il computer

Tracy Mooney, madre di tre figli e McAfee Chief Cyber Security Mom dice: "Come me, molti genitori pensano di avere un controllo sulla navogazione online dei propri figli, mentre questo rapporto rende chiaro che dobbiamo essere molto più partecipi ad aiutare i nostri figli a prendere le decisioni giuste in internet. L'educazione è la chiave per risolvere il problema.

I risultati del sondaggio (pdf in inglese)

L'articolo completo (in inglese)

newsroom.mcafee.com