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"Non abusò del figlio" dopo 12 anni la sentenza definitiva scagiona il padre
Pubblicato il: 17/08/2010  Nella Sezione: News

Definitivamente assolto dall'ipotesi di aver abusato del figlio di tre anni. Ma il calvario giudiziario, per lui, è durato 12 anni.

A puntare l’indice contro l'uomo era stata una psicoterapeuta alla quale la madre - anche lei psicologa - si era rivolta perché preoccupata dai comportamenti del bambino, che si toccava il pene dicendo che seguiva l’esempio del papà e si sfregava contro le bambine che incontrava. Sul bimbo non sono mai state trovate tracce di violenza di alcun tipo, come hanno confermato oltre alla madre anche i parenti materni più stretti.

In primo grado l’uomo, al quale dal gennaio 1999 è stato sospeso il diritto di incontrare il bambino, era stato condannato, nel maggio 2005 dal Tribunale di Bologna, a due anni e sei mesi di reclusione e a corrispondere alla ex moglie una provvisionale di 25 mila euro ed una di 15 mila in favore del bambino.

In appello, poi, l’uomo venne assolto ma, su impugnazione della ex moglie e della Procura di Bologna, la Cassazione - nel 2007 - dispose un nuovo e più approfondito processo. Nel 2008 l’appello bis ha convalidato l’innocenza del padre con la formula «perché il fatto non sussiste», bocciando le perizie svolte sul minore «dirette a indagare i rapporti tra i genitori piuttosto che i comportamenti del bambino». L’aggressivià del piccolo - che soffre anche di un lieve ritardo mentale - e i rapporti esclusivi con la madre e in suoi parenti, hanno «reso spiegabile», secondo i giudici, le calunnie nei confronti del padre.

Ma la madre e la Procura della Corte di Appello di Bologna hanno, di nuovo, fatto ricorso in Cassazione. Adesso la Suprema Corte - con la sentenza 31631 - ha detto ’"no" all’ennesima riapertura delle indagini sul padre. La «tendenza a mentire» del piccolo può essere stata influenzata dal «rapporto conflittuale» fra i genitori. Quanto alla precocità del bambino, la Cassazione ha confermato la possibilià che certi comportamenti siano stati visti in televisione o appresi dalla frequentazione di altri bambini o fratelli più grandi.

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