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Allo stadio di Bari un padre non riesce a far entrare suo figlio con handicap
Pubblicato il: 15/01/2010  Nella Sezione: News

E pensare che ad agosto, quando davvero pochi si aspettavano un exploit del Bari calcio come quello a cui stiamo assistendo, l’amministrazione comunale ha aperto le porte ai tifosi con diverse abilità, convenzionando con l’As Bari addirittura 100 posti riservati (estesi ulteriormente secondo l’assessore allo Sport, Elio Sannicandro, vista la quantità di richieste pervenute al Comune) che sono andati ad aggiungersi ai 50 (con relativo accompagnatore) per spettatori in carrozzina che normalmente trovano posto nell’area immediatamente sottostante la curva Nord. Eppure per Flavio, disabile, e per il suo desiderio di vedere da vicino i beniamini della squadra dell’Inter, che torna a Bari per una partita di campionato dopo più di 10 anni, allo stadio San Nicola non c’è posto. Meglio, non c’è più posto.

Lo stadio capolavoro, la navicella dell’archistar Renzo Piano, l’impianto sportivo inviso e reietto per la sua visibilità al limite della tolleranza, legato mani e piedi alla pista di atletica che allontana a dismisura il campo di gioco dagli spalti, si scopre inadatto a sopportare (e supportare) la grande voglia di grandi eventi che muove le folle e fa il tutto esaurito. Un errore di base, un peccato originale, che vent’anni dopo l’inaugurazione affligge ancora lo stadio di via Torrebella e delle cui conseguenze restano vittima quelli come Flavio.

La storia prende le mosse la mattina del 7 gennaio, data dalla quale sono ufficialmente in vendita i biglietti di Bari-Inter. Il papà di Flavio è in fila al botteghino della Servizi sportivi. ma una volta arrivato allo sportello, la doccia fredda. Per le persone non autosufficienti e non deambulanti non è possibile acquistare il tagliando perché l’accesso è regolato attraverso accrediti gratuiti che consentono di poter prendere posto durante la partita nel settore della Curva Nord riservato (l’unico, per intenderci, dotato di uno scivolo per le carrozzine). Per acquisire il diritto all’accredito occorre inviare una mail all’Associazione sportiva Bari. Le prime cinquanta richieste in ordine d’arrivo acquisiscono automaticamente il pass. Gratuitamente può accedere anche l’accompagnatore.

In partite di routine, stando a quanto si apprende da ambienti dell’Associazione sportiva Bari, non arrivano mai più di 26-28 richieste. Ma c’è l’Inter e i numeri si gonfiano a dismisura. Così il papà di Flavio, che non è un utente abituale dello stadio, si ritrova a inoltrare la domanda senza conoscere le procedure indicate in dettaglio sul sito internet della stessa società. Va da sé che, cimentandosi per la prima volta con la procedura, la persona in questione incorre in un errore sicuramente scusabile. E tuttavia fatale. Perché il fax con la richiesta di Flavio arriva fuori tempo massimo. La richiesta non può essere accettata.

Su Facebook si scatena il solito tam tam e c’è chi, anche nella tifoseria più accesa, avanza proposte indecenti, al limite della legalità, offrendosi di portare Flavio allo stadio. A qualsiasi costo. I genitori si guardano bene dall’aderire alle richieste. «Il problema - dice la mamma - non sta nell’aggirare le regole, che noi vogliamo assolutamente rispettare. Il problema è il diritto di tutti a poter godere, ovviamente pagando, di un servizio che invece per evidenti carenze strutturali, è di fatto negato. Prima di tutto devo pensare alla sicurezza di mio figlio anche a costo di essere costretta a non aderire ad un suo desiderio».

fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it del 14 gennaio 2010
articolo di Giuseppe Armenise