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La paternità limita la sessualità e aumenta la pancia: più figli meno testosterone
Pubblicato il: 14/10/2012  Nella Sezione: Sessualità
C’è uno strano nesso che lega la paternità ai livelli di testosterone. Al crescere del numero di figli, calano i livelli dell’ormone della virilità e umenta l'accumulo di grasso nella pancia degli uomini.
 
È l’immagine dei padri emersa da uno studio condotto da Mario Maggi e da Alessandra D. Fisher della Società Italiana di Endocrinologia (Sie) e pubblicato sul Journal of Sexual Medicine.«I livelli di testosterone sono inversamente proporzionali al numero di figli - hanno affermato gli studiosi. «Più figli si fanno, più basso è il testosterone. Alla base di questo meccanismo sembra esserci una neuroregolazione del sistema nervoso centrale, in grado di limitare, quando si diventa padri, ogni possibile distrazione dal nido e da aumentare, così, l’investimento nei legami stabili».
 
Gli scienziati fiorentini Maggi e Fisher hanno osservato che i soggetti con un maggior numero di figli hanno un peggiore profilo metabolico e cardiovascolare: sono più spesso sovrappeso, hanno livelli più alti di glicemia, lipidi e pressione arteriosa, maggiore rischio di diabete, peggiori flussi vascolari e un punteggio maggiore ai test che predicono il rischio cardiovascolare.

L’effetto deleterio della paternità sulla salute cardiovascolare è il risultato dello stile di vita malsano caratterizzato da sedentarietà e iperalimentazione. Atteggiamenti tipici dei maschi accasati che si sono riprodotti. Secondo gli esperti è fondamentale mettere in evidenza l’importanza di esplorare la dimensione e l’ambiente familiare, proprio al fine di effettuare interventi mirati e più efficaci nel ridurre il rischio cardiovascolare.
 
I maschi della nostra specie, hanno sottolineato gli esperti, in base all’energia e al tempo limitato si trovano spesso a dover scegliere se investire maggiormente nella conquista di nuove partner o nell’accudimento dei figli. Sono proprio le variazioni di testosterone a far pendere l’ago bilancia verso la cura del nido o, piuttosto, la conquista fuori da esso: elevati livelli di testosterone sono associati a comportamenti di dominanza e competitività, anche di tipo sessuale, mentre quando il testosterone è basso accade il contrario.
 
A completare il cerchio c’è anche la recente scoperta dell’endocrinologo Emmanuele A. Jannini, dell’Università dell’Aquila e Segretario generale della Società Italiana di Endocrinologia che ha dimostrato in uno studio pubblicato sull’International Journal of Andrology, che bassi livelli di testosterone sono la spia di una ridotta attività sessuale. 
 
Ma c’è anche un altro fattore collegato a questa recente scoperta: un altro endocrinologo italiano, il Prof. Emmanuele A. Jannini, dell’Università dell’Aquila, Segretario generale della Sie, aveva dimostrato sull’International Journal of Andrology che bassi livelli di testosterone sono, tra l’altro, la spia di una ridotta attività sessuale. Correlando i dati dei due prestigiosi gruppi di ricerca italiani si può produrre la seguente equazione: matrimonio e paternità = ridotti livelli di testosterone = meno sesso = maggior rischio cardiovascolare. In altre parole, fare l’amore non fa bene solo all’amore, ma anche al cuore.