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Essere papà: la parità dei diritti e dei doveri si sta avvicinando
Pubblicato il: 11/10/2011  Nella Sezione: Paternità

 "La società sta cambiando e come tale anche i ruoli all'interno della famiglia, quella famiglia in cui ci sono dei figli. Non se ne sente parlare molto, ma serpre più spesso il ruolo di genitore è condiviso e paritario. Questo è un articolo del Corriere che racconta questo cambiamento con toni a tratti anche ironici anche se con una visione leggermente al femminile. (laRedazione)"

 
Donne affannate che corrono tra un impegno e l'altro, acrobate e sole, che si sentono in colpa e non hanno neanche un minuto per sé? Ma no, per molte coppie milanesi la situazione è diversa: anche i papà si prendono la loro parte di funambolismo, tra meeting, corsi di aikido e visite dal pediatra. Ci sarà un trucco per trascinare i consorti dentro ai meandri dell'organizzazione domestica quotidiana, agli accrocchi di post-it sul frigo e ai quadranti delle tabelle excel dove si cerca di far entrare tutto? C’è poco da inventare trucchi. Quando una non c’è, ci dev’essere l’altro. Una volta da soli, agiscono. «Mercoledì, giovedì e venerdì mia moglie lavora fino a tardi mentre io, avendo i turni di notte in ospedale, per le 17 sono a casa», dice Giovanni Pesenti, 32 anni, ortopedico. Messo alle strette, con la figlia di un anno e mezzo si organizza: la porta ai giardini («Mi arrocco dietro l'altalena o faccio slalom tra le comunità di temibilissime mamme») e poi cucina la cena per tutti. «Mia moglie nei week end non c'è, è di servizio al museo », fa eco Ottavio Bifulco, 40 anni, lavora all’ufficio commerciale di un’azienda. Sabato e domenica col figlio Ennio di 10 mesi si trasforma in tuttofare: «Gli compro le verdure giuste al mercato, gioco emi arrampico insieme a lui, muoio di paura se si sbuccia un ginocchio. E poi lo nutro, lo doccio, lo imborotalco ». E ancora Felice Casciano, 43 anni, attore, che informa con un certo orgoglio: «Altea, come me, lavora nello spettacolo, ogni tanto è in turnée per l'Italia. Ma abbiamo fatto un patto: quando lei è via faccio io il mammo a tempo pieno: rinuncio a recitare uno o due mesi per curare nostro figlio». O anche: «Silvia, mia moglie, gira come una trottola per lavoro, la carriera le impone di andare spessissimo all' estero. Di solito sono anch’io molto impegnato ma a maggio, ahimè, ho perso il posto e d'improvviso son stato più libero », dice il bancario Francesco Ieva, 47 anni. Tra un colloquio e l'altro per trovare un nuovo lavoro, ha iniziato a prendere i figli a scuola, portarli in piscina, aiutarli nei compiti. E ora che deve riconsegnarli alla tata perché riprende a lavorare full time si sente un po' «...cambiato».
 
Benedetti turni 
Se la mamma ogni tanto non si assenta, come in una partita a scacchi, il contributo del papà nei piccoli incastri quotidiani scompare o passa in secondo, quarto, sesto piano. Perché? «Alcune donne faticano a delegare, un pizzico di delirio d'onnipotenza o sottile compiacimento nell'affanno .. se ci sono fanno tutto loro, a costo di morire di fatica. Salvo poi comparire alle 20 col pigiamone perché tra lavoro e figli non hanno più energie: né per i mariti né per i loro interessi personali», sorride Pesenti. «Si complicano la vita, sono incontentabili, non si fermano mai - aggiunge Bifulco - Perché fare dieci lavatrici quando una va bene, e il resto si può rimandare? A me la cesta piena non dà fastidio. E perché, dopo la doccia, non posso lasciare il pavimento un po' bagnato? Si asciuga da solo». E convinto aggiunge: «Il mio metodo prevede che a una cert'ora si lasci perdere tutto e ci si rilassi. Ennio, mio figlio, apprezza .. sarà che è maschio». Rincara la dose Casciano: «All'inizio il legame del bambino con la mamma è impenetrabile, una simbiosi in cui nessuno trova interstizi dove infilarsi. Ma alla lunga il papà deve scoprire il modo giusto per dividerli e far accettare un equilibrio diverso, in cui la coppia è il fulcro e i figli stanno intorno, coi genitori entrambi incaricati dell'accudimento».
 
Chi è il capo, chi l’aiutante 
Per Laura Sidoti, 38 anni, due lauree «magna cum laude», dottorato di ricerca e maestra con 3 figli piccoli, non c'è storia: «L'organizzazione generale resta a carico nostro. Ma questo va bene, a patto di ripartirsi le piccole grane quotidiane». Lei, Francesco lo ha convinto: «Ovvio che non andrà mai di sua iniziativa a comprare le copertine rosse verdi e blu e mai ricoprirà con minuzia certosina i quaderni per la scuola; inoltre riesce a svolgere un solo compito alla volta. Ma io gli affido giorno per giorno una honey-do list, e lui la svolge. È bravissimo e diligente, da 9/10. Se non lui non fosse il mio braccio destro, non avrei fatto tre figli». Che il ruolo dei papà sia anche questo, allora? Spingere le mamme a prendersi del tempo per sé, a riguadagnarsi amici e interessi, anche a fare shopping offrendosi di sostituirle a turni regolari nelle lavatrici, nei compiti, nel cambio del guardaroba, nei bagagli delle vacanze, nei giardinetti...
 
Fonte: corriere.it    http://www.corriere.it/cronache/11_ottobre_07/quando-anche-il-papa-fa-l-acrobata-elisabetta-andreis_878394c8-f128-11e0-a040-589a4a257983.shtml
Autore: Elisabetta Andreis