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Anche le mamme adottive possono allattare al seno
Pubblicato il: 04/07/2011  Nella Sezione: Tutto io devo fare

Allattare al seno non è soltanto e semplicemente nutrire, ma è un rapporto più complesso fra madre e figlio, nel quale il neonato 'ricuce' il legame simbiotico con la genitrice interrotto al momento della sua nascita. Il tema dell'allattamento, naturale o con il biberon e che ho affrontato più volte nelle pagine di questo blog, ha suscitato sempre un grande interesse fra i lettori e spesso è stato motivo di dibattiti accesi fra chi sostiene le virtù del primo e chi invece difende la scelta della formula artificiale. Pur criticando ogni volta fermamente i messaggi promozionali fuorvianti e fasulli della pubblicità, ho sempre e comunque difeso nei miei post la libertà di scelta dei genitori in materia di allattamento. 
 
Maria Ersilia armeni, pediatra e presidente dell'Associazione Italiana Consulenti Professionali in Allattamento Materno (AICPAM), mi ha fatto conoscere un'ulteriore possibilità di scelta che oggi hanno le mamme adottive. Ovvero che anche loro, se lo desiderano, possono allattare al seno, pur non avendo avuto una gravidanza, né tanto meno partorito.
 
Dottoressa Armeni, che cosa è l'allattamento adottivo?
E' l'allattamento al seno da parte di una madre adottiva, cioè una donna che non ha portato avanti la gravidanza nè il parto del bambino che allatta.
 
In cosa consiste esattamente 'l'induzione della lattazione'?
Per 'induzione della lattazione'si intende l'attivazione funzionale dell'organo preposto, cioè la ghiandola mammaria, con varie modalità. La ghiandola arriva perciò a produrre il secreto chiamato latte, indipendentemente dalla sua maturazione spontanea che avviene in questa direzione dopo la nascita di un bambino e più specificamente dopo l'espulsione della placenta. 
 
"Attivazione funzionale" grazie all'uso di farmaci come il domperidone: vi sono controindicazioni?
Ogni farmaco ha indicazioni e controindicazioni. Queste poi possono essere relative o assolute. In caso di controindicazione assoluta, non lo si userà, in caso di controindicazione relativa si può fare un tentativo e vedere se il vantaggio è tale da scavalcare il rischio della controindicazione stessa. Nel caso del domperidone più che sulle controindicazioni mi soffermerei sugli effetti avversi. Questi sono rappresentati dal cefalea e ipercinesi gastrointestinale, di solito passeggeri. Se si vuole evitare in assoluto ogni rischio, si può fare a meno dell'effetto facilitatore di tale farmaco e procedere altrimenti con la stimolazione della lattazione.
 
Cioè, è possibile l'allattamento adottivo senza l'uso di tale farmaco? Si può stimolare la produzione di latte attraverso altri metodi?
Il domperidone è solo uno sei farmaci che si possono o non possono usare. Molti percorsi di induzione della lattazione prevedono ad esempio che la mammella subisca ancora prima un'esposizione a ormoni estro-progestinici, come se attraversasse la fase di gravidanza. C'è la documentazione che la lattazione può partire anche senza questa sensibilizzazione. Viceversa sull'induzione della lattazione senza stimolazione con domperidone le evidenze sono meno chiare, almeno in occidente. C'è bisogno di più studi.
 
Mi fa una panoramica su quanto l'allattamento adottivo sia diffuso in Italia e se esistono altri Stati che lo promuovono?
I rapporti che noi abbiamo sono aneddotici, almeno per quanto riguarda l'Italia. Molte coppie di genitori poi sono restie a parlarne perchè temono fortemente che ci possano essere reazioni negative da parte dei servizi sociali che li hanno accompagnati nell'adozione del bebè. Per quanto riguarda gli altri paesi basterà citare gli Stati Uniti, da cui proviene un gran numero di pubblicazioni nello specifico. Sempre lì hanno preso origine i siti web che forniscono tutte le informazioni tecniche, laiche e professionali, necessarie a decidere se si vuole intraprendere questo percorso e quali modalità di percorso ci sono.
 
Perché secondo lei questa pratica da noi è poco conosciuta fra i pediatri e poco divulgata fra le madri che adottano?
La formazione pediatrica in allattamento è ancora passibile di notevoli miglioramenti, in tutto il mondo e non solo da noi. C'è inoltre una certa diffidenza culturale nell'accettare l'esistenza di professionalità che si muovono su questo terreno, come i Consulenti Professionali in Allattamento Materno IBCLC. Un po' perché si tratta di una nuova professione, e un po' perché non proviene dal mondo accademico universitario. 
 
Perché una coppia con un figlio adottato dovrebbe preferire la scelta dell'allattamento naturale?
Per l'immenso divario che esiste tra il prodotto naturale - la gente lo sa - e quello artificiale. E per la relazione fisico-emozionale che si instaura nella pratica dell'allattamento. Noi preferiamo usare il termine "allattamento" solo con il processo naturale, e usare il termine "alimentazione artificiale" per la somministrazione pur sempre amorosa di un biberon. 
 
Ultima domanda: non le sembra 'innaturale' e, paradossalmente, 'artificiale' l'allattamento al seno da parte di una donna che non ha avuto una gravidanza e che non ha partorito? 
Grazie per aver fatto questa domanda. Certo, qualcuno potrebbe arricciare il naso di fronte all'idea della tal madre che, non avendo concepito, tenuto in grembo e partorito il tal bambino, 'pretende' di fare con naturalezza solo una parte del tragitto. La risposta è che noi umani siamo fra tutti gli esseri viventi il massimo esempio di naturalità mista ad artificiosità e questo ne è solo un esempio. La natura inoltre è generosa e guidata da meccanismi molto robusti: rispunta fuori, con tutti suoi meccanismi automatici, ogni qualvolta gliene diamo l'agio.