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Il figlio di David Bowie, parla del suo rapporto con il padre
Pubblicato il: 21/05/2011  Nella Sezione: Personaggi

In occasione dell'uscita del suo nuovo film, Source Code, Duncan Jones, regista, ha rilasciato un'intervista a Rolling Stone in cui, oltre a raccontare dettagli e retroscena sulla sua ultima fatica cinematografica, parla anche del rapporto con il padre, la leggenda della musica David Bowie.

Duncan è figlio di Bowie e della prima moglie Mary Angela Barnett, più conosciuta come Angie. "Bowie", con cui il Duca Bianco è arrivato al successo è un nome d'arte: David in realtà di cognome fa il più comune Jones. E a Duncan era stato imposto il nome di Zowie. Zowie Bowie.

Del resto David aveva messo subito in chiaro le cose con il piccolo, nella canzone che gli ha dedicato per dargli il benvenuto nel mondo: Zowie si sarebbe ritrovato fra due simpaticissimi, originali Kooks (svitati) Il ragazzo poi decise di farsi chiamare Duncan.

Nato nel 1971, dopo il divorzio dei genitori, a nove anni fu affidato proprio al padre. David gli ha trasmesso l'amore per la cultura, i libri e in particolare per la fantascienza, come si evince dai film di Duncan. La fantascienza infatti ha nutrito molto l'immaginario e il mondo artistico di David Bowie: dagli alieni Ziggy Stardust e Thomas J.Newton per il film "L'uomo che cadde sulla Terra", all'Hunger City post-apocalittica di Diamond Dogs con echi orwelliani, alle numerose visioni spaziali.

 "Quando ero bambino, mio padre ci teneva a leggere insieme un paio d’ore al giorno, dopo la scuola. Come tutti i ragazzi, non era facile per me mantenere la disciplina; allora lui, per stimolarmi, mi dava dei libri che pensava potessero piacermi. Uno dei primi che mi passò è stato La fattoria degli animali di Orwell, poi quelli di Philip K. Dick, James Ballard e, più tardi, William Gibson. È stato lui a nutrire la mia passione" racconta Duncan, che dal padre dice di aver ereditato anche un'etica del lavoro e la motivazione, e di averlo sentito presente nella sua vita, nonostante i viaggi continui. " Crescendo, ho avuto ben chiaro che è necessaria una certa compulsione, quella passione che ti spinge a sviluppare le tue idee, a passare del tempo nel tuo immaginario e sviluppare cose interessanti."

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