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Per la dignitą delle donne č importante la figura del padre
Pubblicato il: 14/02/2011  Nella Sezione: Societą

Per la dignità delle donne bisognerebbe soprattutto rimettere al centro, in famiglia e nella nostra cultura, i valori affettivi del padre. Quest’ultimo dovrebbe tornare ad essere una figura di riferimento fondamentale, al pari di quella materna, soprattutto durante l’adolescenza dei figli, sia maschi che femmine, quando ci si deve confrontare di più e seriamente con il mondo esterno, con le frustrazioni e le dure regole della vita.

I valori affettivi paterni aiutano, infatti, ad avere capacità decisionali, a mettere ordine, a dire in maniera chiara sì o no, aprono agli altri, alla vita sociale, al confronto e alla consapevolezza; trasmettono sentimenti e valori etici. Tuttavia è proprio di questi valori che la nostra cultura sembra essere più priva. La debolezza della figura paterna rappresenta un grave limite per le nuove generazioni, ma anche per gli adulti.

Molte persone, uomini e donne, vivono un tempo vuoto, sono prive di affetti e di passioni, capaci solo di relazioni strumentali, utilitaristiche e superficiali, desiderose di apparire, di riconoscimento, e di valorizzazione, assai spaventate dall’esclusione. Oggi il ruolo educativo della famiglia, che è più «affettivo» che etico, permette, da una parte, di esprimere al meglio le potenzialità dell’area materna, di quell’area intrapsichica che governa la dimensione dell’accogliere e del proteggere, ma al tempo stesso, sminuendo la figura paterna, commette l’errore di invalidare la vera crescita e l’autentica valorizzazione di ciascuna persona.

Molti uomini e donne si mostrano, infatti, poco allenati al sacrificio, al dolore mentale, alle regole del lavoro, all’impegno sociale. Sono persone impreparate di fronte alle prove difficili della vita. Aumentano anche le problematiche di tipo narcisistico, perché nel nostro fragile tessuto sociale si moltiplicano gli effetti negativi impliciti nel modello di famiglia «affettiva». Dunque per evitare di rimanere intrappolati, anche da adulti, nel fascino dell’infanzia c’è bisogno di padri generosi che trasmettano principi e valori etici che fungano da «anticorpi» ai gelidi richiami di una vita edonistica, anaffettiva e senza anima.

GIULIANA AMMANNATI, PEDAGOGISTA CLINICO ANPEC (www.giulianaammannati.it)