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La missione lontano da casa in moto: ma i dubbi iniziano dopo il ritorno
Pubblicato il: 03/02/2011  Nella Sezione: Tutto io devo fare

"Ehi Ric, sabato dobbiamo fare un salto a Siena, io e te dagli zii".
"ah, com'è?"
"nulla, poi ti spiego, anzi diciamo <missione segreta>, specie con mamma, d'accordo?" (così ho una bella scusa per bloccare ogni domanda).
"boh, va be'"
"dimenticavo, mi sa che andiamo in moto, così siamo più liberi per il rientro, anche se c'è traffico"
"Ma che andiamo a fare?"
"Niente dai, adesso non posso spiegarti".

Mio figlio a questo punto ha incominciato a farsi due conti: aveva preso la patente moto da un paio di settimane, forse il padre gli avrebbe fatto provare la sua moto, la mitica moto storica, la mitica 1000 cc da antiquariato, ma sempre 1000! altro che il motorino della sorella finora preso in prestito.

Sabato pioggia e non ci muoviamo da Roma, domenica così così ma dobbiamo andare, non si rinuncia, se no che missione è?
Partiamo, splendido sole sull'Aurelia, meno splendida pioggerella all'interno, ma tutto sommato ci va bene. Arriviamo da mio cugino e, sorpresa, s'è comprato una moto nuova "Ho trovato una bella occasione, andiamo a pranzo che poi te la faccio vedere".

Quando scendiamo ci mettiamo a guardare la novità, una bella enduro, un po' vecchiotta ma in ottima forma, bell'acquisto!
Al che mio cugino: "France', la vuoi provare?"
"Certo" e ci faccio un giro.
Ancora mio cugino: "Ric la vuoi provare?"
"Come? io? mah ...?"
"C'hai la patente no? La sai guidare no?"
"Certo!" e ci fa un giro anche lui.
"T'è piaciuta? La vuoi portare a Roma?"
"ehhhhhhhhhhh?"
"Si, dico se te la vuoi portare a casa ..."
"Ma, io, davvero, ma, allora????? Siiiiiiiiiiiiiiiii !!"

E così torniamo su due moto, lungo la Cassia, un paesaggio fantastico ma non so se lui lo vede. Anch'io non riesco a staccare gli occhi dagli specchietti per controllare, vado in moto da 39 anni, mio figlio da neanche un mese, siamo a 200 km da casa e speriamo bene, ma curve, incroci, sorpassi ... ogni pensiero ha un punto di domanda, un'ansia sottostante.

Vicino e dentro Roma, un traffico pazzesco. Bene! così s'impara anche questo, ormai guida sicuro, forse non è stata una pazzia.
Ci sono ennemila motivi validi per non comprare una moto, per non andare in moto, e non serve spiegare altro. Ma, ma, ma .. quante cose sono pericolose? Quanti amici ci criticheranno? E la nonna? Ma in fondo mio figlio non stava entrando in Aeronautica per fare il pilota militare? E poi tutti dicono che ha del sale in zucca, non è scemo, e allora speriamo bene.

Due giorni dopo, un deficiente sul lungotevere, uno scatto rabbioso, un patatrac sull'asfalto!
Sono al lavoro, mi squilla il telefonino: "Pa', sono caduto, nulla di grave, una sbucciatura, la moto non riparte, insomma è meglio se vieni ..."
Lo raggiungo, pochi danni ... Bene! si impara anche così, un piccolo incidente insegna molte cose, però ... cazzo!

Da allora mi chiedo se ho sottovalutato i pericoli, sopravvalutato mio figlio, se ho abusato della mia passione, se sono un idiota.
Se lui è fuori in moto, ed ormai capita spesso, ogni telefonata è un piccolo colpo al cuore, ogni parola successiva un bel sollievo.
Fra gli amici, chi va in moto mi dice "dai, hai fatto bene", tanto non è figlio loro!
Gli altri dicono "bel coraggio! ma sei sicuro?" è io non so rispondere, mi vengono in mente solo stupidaggini e improperi ...

Non sono superstizioso, non sono impaurito, non sono temerario. Penso di esser stato un buon padre, spero di esserlo ancora, non si finisce mai ...

Francesco